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Tema, Io e il Natale….svolgimento

12 dicembre 2011

Mancano solo 13 giorni a Natale.
Non dovrei, allora, sentire l’irresistibile e contagiosa  atmosfera delle luci, le caldarroste e del “Vorrei cantare insieme a voi?”.
Perchè invece non la sento?
Sarà perchè è da Settembre che ci sono i panettoni nei supermercati?  Sarà perchè le luci nelle strade non le hanno neanche mai tolte, ma solo spente? Sarà perchè a Roma ci sono 40 gradi?
Ecco sì dev’essere quello perchè a me il Natale PIACE sì, mi piace da morire e mi piacerà sempre, anche se non so mai cosa regalare e mi ritrovo sempre a litigarmi una sciarpa in lurex la sera del 24 alla Rinascente, anche se Babbo Natale (dicono) non esiste e anche se devo stare con in parenti!
Adoro l’attesa, il calendario dell’avvento, fare l’albero, mettere la farina sul presepe di mia mamma (compito che da sempre spetta a me  e non lo cederei neanche a un bambino di 2 anni!) andare a Firenze il 24 sera e tornare a Roma il 25 mattina col peggior malditesta da prosecco del mondo, aprire regali che non mi piacciono e  riciclarli alla prima occasione, fare foto stupide con le corna da renna, ricevere sms di auguri da numeri sconosciuti di gente  che non si firma, sentire parenti che non sento mai, guardare negli occhi i vicini in ascensore che riconosco solo dalle scarpe, e spendere più soldi del solito dicendomi che tanto siamo a Natale!
Quest anno abbiamo  fatto quello che non avevamo creduto possibile: comprare un albero finto!
Sono sempre stata contraria all’albero di plastica mai ne è entrarto uno dalla mia porta, ho sempre sostenuto che gli alberi segati per Natale vanno adottati, addobbati, annaffiati e poi ripiantati o restituiti all’ Ikea per farne altre librerie Billy!
Dopo che negli ultimi due anni gli abeti si sono suicidati un secondo dopo essere entrati in casa però abbiamo deciso di smettere.
E con la coda fra le gambe siamo scesi dal cinese sotto casa e ne abbiamo comprato uno bianco fatto con degli scovolini da bottiglia!
L’immagine può sembrare grottesca, ma il risultato è sorprendentemente piacevole, dato che questi scovoloni danno un effetto morbidoso e pieno e il bianco con le luci si presta a incredibili giochi di colore.
Tant’è che ho pensato di non disfarlo mai più, ma di metterlo in terrazza così com’è fino a Dicembre prossimo, che tanto se i Maya c’azzeccano dovrebbe essere l’ultima volta che mi pongo questo problema!
Detto questo il problema dei regali permane e se avete qualche idea oltre sciarpe, guanti e libri vi prego di comunicarmelo a stretto giro!

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C’è del marcio in Danimarca!

30 novembre 2011

Venerdì scorso siamo partiti per Copenaghen.
Le previsioni del tempo laggiù davano una media di 8 gradi e qualche pioggerella passeggera, ma non fidandomi più delle previsioni da quella volta che siamo rimasti bloccati a Londra (anche se poi non era così male!)  sono corsa a comprarmi un giubbotto impermeabile trapuntato perfetto per guidare un gatto delle nevi o una muta di Husky che ho indossato  a Roma, col risultato che sono arrivata a Fiumicino sudata come se fossi uscita da una sauna finlandese (tanto per rimanere in tema).
Come ben sapete, da quando ho letto il libro “mai più paura dell’aereo”,  l’aereo mi fa un baffo (o quasi) perciò la mia attenzione era tutta concentrata sulle reazioni  delle persone intorno a me (che guardavo con la tenerezza di un’amorevole madre) sulla birra Carlsberg con patatine al sale e pepe nero, ma  soprattutto sul vano tentativo di capire la conversione dalle Corone Danesi all’euro!
Attilio ,che tanto dice che io non ho mai pazienza,  (povero cocco!) pretende sempre che tu capisca le cose alla prima.
Ho scoperto di recente di essere sempre stata discalculica, e cioè non che ho dei calcoli al fegato o alla cistifellea, ma che il mio cervello non riesce a fare velocemente calcoli basilari , cosa che per una vita mi ha sempre fatto sentire una povera cretina ( e tutto il sistema scolastico degli anni 70 era basato sul convincerti con successo di questa teoria!) autorizzando i miei genitori a pensare altrettanto!
Finalmente ora so che non era (e non è) colpa mia e non lo facccio apposta ad incepparmi in una semplice moltiplicazione per rendermi interessante agli occhi degli altri, ma  il saccente Attilio, il mago del Sudoku, continua a credere di sì!
“Allora hai capito quanto è una corona danese?”
“Non proprio”
“1 euro sono 7 corone e mezzo”
Ecco… già questo concetto mi sfugge completamente, considerate che ho lavorato 3 anni in un ufficio di cambio…
“Sì, ma quando siamo lì i prezzi saranno in corone, quindi magari dimmi, che ne so, quanto sono 100 corone!”
“Beh facile, se 7 e 50 sono 1 euro, moltiplicando per la radice quadrata di 9, fratto 2, per 1, 3 periodico come foss’antanti, sono 14 euro. Capito?”
M’innervosisco subito , ma non voglio darlo a vedere.
“No! Me lo puoi rispiegare?” rispondo al culmine della stizza!
Ecco, lui è di quelli che se non hai capito è colpa tua, non è lui che non sa spiegare e ti ripete pari pari la stessa cosa fino allo sfinimento.
Cosa che mi fa incazzare come una bestia e rispondergli ruotando la testa di 360 gradi: “Guarda che non sono sorda è che non ho capito!”
Inutile dire che quando al bancomat,  con la fila dietro, mi è comparsa una schermata in danese con scritto  100, 200, 300, 400, 500, 1000,1500, mi è venuto un mezzo attacco di nervi e girandomi per cercarlo, ovviamente, non l’ho trovato: era già all’uscita ad aspettarmi con l’aria che diceva “uffa quanto sei lenta!”
Credo di aver prelevato 6000 euro o giù di lì…
Una volta arrivati al bellissimo Tivoli Hotel (quando Last Minute fa le cose per bene!)   abbiamo avuto la strana sensazione di essere nel video di “Freedom” di George Michael: le ragazze erano tutte Claudia Schiffer e Helena Christensen e i ragazzi erano tutti come ..non lo so, dei bonazzi pazzeschi, fate voi mi fido!
Eravamo tutti e due basiti: uscivamo dalla camera e ci si paravano davanti due fotomodelli, entravamo in ascensore con altri fotomodelli, e così via per tutto il giorno: panettieri, commessi, autisti di taxi…
Attilio continuava a commentare: “Che fastidio!”
Vi immaginate che fatica essere tutti bellissimi e non rendersene conto?
Pensate alle conversazioni nello spogliatoio della palestra “Ehi sai ieri sera sono uscito con una tipa !”
“E che QI aveva?”
“Ma insomma, una terza!”
Dopo il check in (sì, lo so mi sto dilungando!) ci siamo subito buttati alla scoperta della città, che fra l’altro è veramente piccola e si gira tutta a piedi in poco tempo, e questo la rende perfetta per il week end romantico di un paio di giorni, (non di più perchè  dopo 2 giorni non c’è più niente da fare).
Ovviamente è sconsigliatissima alle coppie in crisi, perchè con tutte quelle cavalle al galoppo la tentazione è grande!
Troppo grande!
Quello che lascia straniti è che la città spesso è deserta, la mattina di sabato alle 10 sembrava fosse esplosa la bomba H: eravamo totalmente soli eccetto per gli irriducibili del jogging ! Tutti corrono lungo i canali ,anche i bambini, e con qualunque tempo così come con qualunque tempo vanno tutti in bici; infatti nonostante il burro danese sono tutti magrissimi!
La sera dopo cena non c’è nessuno in giro, segno che se ne stanno in casa a fare qualche gioco di società e in effetti un amico di Attilio che vive lì ci ha spiegato che  la Danimarca è un paese frugale, perciò tutto quello che esula dallo stretto indispensabile (slitte e pane) è considerato un lusso, motivo per cui i ristoranti sono carissimi e ci sono pochissimi negozi e supermercati ( e comunque c’è solo una marca di shampoo!!).
E se pensavo di scatenarmi nelle folli spese natalizie mi sono dovuta ricredere.
Ho comunque preso degli stampini da muffin deliziosi per soddisfare la Nigella Lawson che è in me!
Il piatto più famoso è lo Snorrebrod,  un panino imbottito che ha la particolarità di essere aperto!
Per il resto aringhe e salcicce, ma trattandosi di un paese civile, al ristorante giapponese hanno  il sushi vegano fatto con tofu affumicato, avocado, riso integrale, e tempura di daikon.
Peccato che ci abbiamo lasciato uno stipendio…
Merita senza dubbio la visita il famoso Parco Tivoli, specialmente per gli amanti del brivido da montagna russa vomita budella. Eravamo partiti con l’idea di provare qualcosa di leggero (tipo il calcio in culo o la pesca dell’oca) ma abbiamo ripiegato su un ottimo “Glog” nonchè bevanda nazionale che si contendono un pò tutti i paesi nordici, e che trovate facilmente anche all’Ikea.
A proposito di Ikea, basta attraversare un ponte e sei a Malmo, quindi se hai voglia di comprarti una libreria Billy ancora calda di sega circolare puoi farlo.
Utilissima la guida Lonely Planet  le cui cartine mute Attilio leggeva  con la stessa facilità con cui io  leggo l’oroscopo e orientandosi come nel nostro  salotto!
Che fastidio!
Devo comprarmi quel libro che ti spiega perchè le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere.
La guida Lonely Planet consiglia alcune cose fichissime da fare la prima fra tutte : a cena con i danesi,  www. dinewiththedanes.dk, dove se ti iscrivi una settimana prima puoi cenare da una famiglia danese e assaggiare le loro salcicce, le loro aringhe e i loro panini aperti!
Poi c’è Christiania, il ghetto autogestito  dei fattoni, il cui cartello all’entrata recita: non fate fotografie, non correte e ricordatevi che comprare droga è illegale!
Allora fammi capire, uno va lì compra il fumo, arriva la polizia, ti arresta e non puoi nemmeno correre per scappare??
Mi illudevo che fosse un posto dove vivevano figli dei fiori recidivi e sorridenti con margherite disegnate sulle guance che andavano in giro mezzi nudi sulle Volskvagen cabrio cantando “Let the sunshine” invece era un posto di uno squallore unico di una sporcizia mortale, come tutti i posti che cercano di ricreare un’atmosfera hippy peace and love che è morta e sepolta, se mai è veramente esistita al di fuori di quell’unico giorno a Woodstock e non vale la visita (almeno secondo me).
Valgono invece (e più volte) le visite le numerose panetterie!
Copenaghen è il posto dei designers, e tutto è perfettamente integrato con l’architettura classica in maniera armoniosa e tutto funziona perfettamente (la metro è aperta 24 ore su 24! Ve li immaginate 2 danesi che arrivano a Roma dopo le 21 e non possono prendere la metro A??)
Scusate scendo sempre in queste divagazioni gratuite.
I danesi amano alla follia Hans Christian Andersen che fra le sue tante stranezze aveva il terrore di essere sepolto vivo motivo per cui quando andava a letto lasciava sempre un biglietto sul comodino con scritto: “sembro morto, ma non lo sono”.
Devo trovarmi qualche stranezza anch’io, anche se basterà che aspetti l’uscita della biografia non autorizzata che pubblicherà Attilio in cui svelerà ogni cosa su di me!
La Sirenetta mi ha fatto venire freddo, lì tutta sola e triste.
Mi veniva voglia di metterle un plaid sulle spalle e non ho perso tempo a fotografarmici insieme.
Farò con photoshop.
Merita la visita al cimitero Assistens Kirkegaard dove sono sepolti tutti e due e lì la foto me la sono fatta….
E ovviamente non potevamo partire senza aver visitato la Carlsberg, il tempio della birra, ovviamente deserto fuori, ma ben frequentato dentro, e tutti (compresi noi)  facevano la corsa per finire il giro e poterci bere le 2 birre offerte!
Meritano la visita le stalle con quei cavalli enormi con gli stivali di pelo che indossava Snooky in Jersey Shore.
Il giorno della nostra partenza si è alzato un leggero vento, tipo un milione di nodi.
Ero leggerissimamente in tensione mentre guardavo le  nuvole che sfrecciavano come schegge impazzite.
Attilio ha detto qualcosa tipo: “Ma và che sarà mai! Lassù non c’è vento”
No hai ragione, l ‘ aereo ci porta a casa in autostrada…
Mannaggia!
Infatti ci hanno fatto partire un quarto d’ora prima per rimanere mezz’ora in coda dietro ad altri 50 aerei che potevano partire solo da una pista: quella delle montagne russe!
Un ultimo consiglio sempre tratto dall’insuperabile guida Lonely Planet:
“Se desiderate amalgamarvi con la gente del luogo, ecco alcune buone regole da seguire”:
Fumate come un camino
Dimenticate la cravatta
Dimenticate il reggiseno
Usate la bicicletta
attraversate la strada soltanto con il verde (?)
Prendete in giro gli svedesi!
Non servite mai salmone su pane integrale
Comprate paralumi senza badare a spese (la mia preferita!)
Non mettetevi in fila per salire sull’autobus.

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Meno male che Attilio c’è…

24 novembre 2011

Ho compiuto gli anni il 25 Settembre e non ho ricevuto nessun regalo dal suddetto.
E ovviamente gliel’ho fatto pesare.
Come?
In maniera molto velata e sottile: “Perchè non mi hai fatto il regalo di compleanno? Ci sono rimasta malissimo! Era una data importante….ecc..”
“No, ma ora te lo faccio!”
“Ma ora quando? E’ quasi Natale dopo dovrai farmene 2!”
Del resto con gli uomini, si sa, bisogna essere chiari o fraintendono!
Figuratevi che ancora oggi quando ci chiedono “Cos’ hai?” e rispondiamo “Niente!”  Ci credono ancora!
Beata ingenuità…
Beh, devo dire però che l’attesa e le minacce  sono servite a qualcosa, perchè l’altra settimana, quando eravamo sulla scala mobile all’Ikea (Posto che odiamo tutti e due, ma non so che c’era preso …Ah già volevo uno stampo di silicone a 9 euro e siamo usciti con 2 buste di cagate da 85!), dunque, mentre eravamo sulla scala mobile , lui si gira, mi mostra un post it pieno di nomi di città e numeri e tutto fiero mi dice: “Hai visto? E’ il tuo regalo di compleanno! Dobbiamo solo scegliere!”
Lì per lì ho pensato fosse il gioco dei nomi, città, colori, che si faceva a scuola (gioco in cui lui eccelle!) poi però mi è sorto il dubbio che volesse dire qualcos’altro.
“…Le opzioni sono: Praga, Berlino, Copenaghen e Vienna, scegli tu!”
“Londra?”
“Amore, basta con Londra, ci siamo stati 30 volte, ci prendono tutti per il culo!”
“Già è vero…come l’estate in Grecia!”
“Eh sì”
“Ma io non so scegliere Atti” piagnucolo “sorprendimi!”
Ha deglutito,  inarcato le sopracciglia e sospirato profondamente.
“Va bene” ha sussurrato come se stesse andando al patibolo.
Dentro di me ho cominciato a pensare intensamente Copenaghen, così se prenotava in un’altra città avrei potuto cazziarlo o tenergli il muso per mesi, così tanto per tenerlo in tensione!
Passano 4 giorni e mi dice con il labbro leggermente imperlato di sudore: “Allora…io… avrei prenotato…”
“Ah fico! Dove?”
E qui ti voglio!
Pausa infinita, sguardo  tipo pastore corso che si è fatto scappare le pecore e bisbiglio sommesso  : “Cpngn”
“Come?”
“Cpngn..”
“COPENAGHEN?????????” strillo.
Panico suo.
“Sì, ma se non ti piace…possiamo cambiare, cioè perdo mille euro, ma pazienza!”
“ADOOROOOO COPENAGHEN!” ….E la telepatia funziona!
“Avevo pensato anche a Berlino, ma a Copenaghen ci sono i mercatini di Natale, vedrai che è bello, ho già stampato una lista di ristoranti vegan!” ha detto annaspando.
Per 5 minuti  mi sono sentita unammerda, ma poi mi è passata e tornerò a torturarlo presto, probabilmente già in viaggio!

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Una mela al giorno …leva la Bosco di torno…

17 novembre 2011

E’ una settimana che mi gratto come una pazza, mi sto scorticando viva, schiena, pancia, petto, non è bello lo so, ma a che cazzo serve un blog se non  a condividere con il mondo intero i miei pensieri, le mie emozioni e i miei giramenti di palle?
Così di punto in bianco comincio a grattarmi e penso che sia lo stress, tanto lo stress funziona sempre, ma poi mi viene in mente una cosa.
Che forse sto mangiando troppe mele, tipo 5 al giorno!
Ho googolato la domanda intelligente ( “fa male mangiare troppe mele?”) e per fortuna qualche lince su Yahoo l’aveva già fatta prima di me !
Siccome, non contenta, le mangio pure con la buccia ho pensato che forse mi sto intossicando con qualche pesticida, il che avrebbe anche un senso, ma oggi mi si è accesa una lampadina e sono andata a dare un’occhiata al mio “Prick Test” del 2007 in cui si insinuava velatamente con le parole “leggera intolleranza” che il mio corpo potrebbe (dico potrebbe) non gradire mele, soya e noci, praticamente tutto quello di cui mi nutro!
Ma si può essere intolleranti a soya, mele e noci? Sulla base di cosa poi di 4 bolle su un braccio?
Già sono intollerante al traffico, alla metro, agli sputi per terra,agli imbecilli, alla pubblicità del salvaslip, e all’ Ici che non posso credere che il mio fegato soccomba davanti a un innocente chilo di mele!
La vita è davvero ingiusta!
Oggi ne ho mangiate già 3, ho deciso che le altre 7 che ho comprato le lascio ad Attilio e fino a settimana prossima mi obbligherò a non comprarne dal mio spacciatore abituale sperando di non grattarmi più o almeno non in maniera visibile, e per favore, se incontrandomi lo notate non dite niente e soprattutto non offritemi una mela!
Ci saranno i cerotti per smettere?

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Presentazione Il mio angelo segreto a Firenze

8 novembre 2011

Domani mercoledì 9 Novembre alle 18,00 presento “Il mio angelo segreto” alla libreria Edison in Piazza della Repubblica a Firenze insieme alla mia compagna di merende Carlotta Agostini!!

Accorrete numerosi, vi aspetto!

Un abbraccio gigante

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Vipassana. Un’esperienza

31 ottobre 2011

Mi scuso per la lunga assenza, ma sto ancora trattenendo i benefici dei 10 giorni di clausura in meditazione Vipassana di cui vi voglio assolutamente raccontare.
E’ stata, senza ombra di dubbio, l’esperienza più intensa ed estrema di tutta la mia vita.
Sapevo a grandi linee  cosa sarebbe successo a livello fisico (scardinamento delle anche e svitamento dei femori!) ma non avevo idea di cosa mi sarebbe accaduto a livello emotivo (scardinamento dell’anima e svitamento del cervello!).
La meditazione Vipassana ( “chiara visione”) è il tipo di meditazione che insegnò il Buddha 2500 anni fa quando si “risvegliò”,  ossia quando intuì le cause della sofferenza del genere umano e trascorse il resto della propria vita ad insegnare ,a chi glielo chiedeva, la tecnica per sradicare il dolore alla radice.
Pare facile lo so, eppure….
Praticando yoga da molti anni avevo sentito parlare spesso dei ritiri Vipassana  e tutti quelli che erano sopravvissuti a quei dieci giorni erano guardati con rispetto e deferenza, e tutti si davano di gomito, sollevando il sopracciglio e sussurrando “quello fa la Vipassana”.  Insomma ai miei occhi chi faceva la Vipassana era un figo!
Erano anni che giravo intorno alla meditazione; come un pò tutte le cose importanti della mia vita che ho seminato in tempi non sospetti e  fatto germogliare e fiorire a tempo debito: lo yoga me lo insegnava mia nonna, i primi libri di ricette vegetariane e macrobiotici  li ho comprati almeno 15 anni fa, e così il primo testo “autorevole” sulla meditazione :  “meditazione for dummies” (Giuro!)
Sono un’irrequieta, lo sono sempre stata e sempre lo sarò, non sono mai riuscita a stare ferma nemmeno nel seggiolone, e se lo chiedete ai miei, vi faranno un’ imitazione  decisamente poco lusinghiera di quando, a 2 anni, mi agitavo continuamente come punta dalla  tarantola e tuttora,quando scrivo, se non mi lego alla sedia, mi alzo fra le 600 e le 700 volte per andare in cucina, in bagno, a controllare la posta, il cellulare,a farmi il te, accendere la televisione, la radio, internet…
Senza contare il “loop” nella mia testa che rimugina in continuazione, giorno e notte, giorno e notte, saltando da un pensiero all’altro.
Questo ha fatto sì che, per tutti questi anni, io abbia vissuto in maniera totalmente non presente la maggior parte degli eventi della mia vita, nel senso che sono qui col corpo, ma la mia mente è impantanata da qualche parte nel passato o nel futuro ,quasi sempre impegnata in una conversazione immaginaria con qualcuno a cui avrei dovuto dire qualcosa o qualcuno a cui dovrò dire qualcosa.
Sì, d’ accordo sarà anche prerogativa dei creativi, ma vi giuro che è una fonte di stress mostruosa, tanto che l’occhio destro mi trema ininterrottamente da 2 anni.
Ecco perchè da qualche mese tornavo al desiderio della meditazione e dei suoi benefici e l’idea del ritiro continuava a lampeggiarmi in testa.
Avevo tentato di iscrivermi l’anno scorso, ma il centro era pieno e, ripensandoci adesso, non era il momento giusto.
Così quest anno ho fatto di nuovo richiesta e  sono stata accettata: 10 giorni di ritiro dal 5 al 16 Ottobre  nel Mugello, terra di tortelli.
Quando ho ricevuto la risposta ho sentito una specie di euforia da totale incosciente dentro di me, (basta che vi leggiate il codice di disciplina e l’orario del corso per capire che è una specie di Campo di addestramento della spiritualità che ha poco da invidiare ai Navy Seals), ma qualcosa mi diceva che era la risposta che stavo cercando da sempre, e non smettevo più di sorridere e di pensarci, così, mi sono congedata dal rassegnato e paziente Attilio (che non avrei potuto chiamare per tutta la durata del corso) e sono partita in direzione Faenza, con un bagaglio ridotto all’osso composto da una tuta da ginnastica, qualche mutanda, un maglione, una torcia e una sveglia.
Alla stazione, aspettando la navetta per il centro, guardandomi intorno ho subito riconosciuto i miei compagni d’avventura: tutti quelli che, come me, stavano seduti da soli, con uno zaino minuscolo e un enorme punto interrogativo sulla testa.
Visto che la navetta era in ritardo, abbiamo cominciato a guardarci  con aria da carbonari lanciandoci occhiate circospette chiedendo a bassa voce “ma…anche tu vai….” “Sì sì anch’io…” tornando poi a consultare il cellulare, l’ I pad, l’ I phone, Facebook e What’app  per l’ultima volta.
In pulman mi sono seduta da sola, tanto valeva abituarsi:  non avrei parlato, guardato,  toccato e interagito con nessuno per 10 giorni, e sarebbe stato più facile farlo senza sapere chi fossero gli altri.
Mentre salivamo fra le colline dell’Appennino, sentivo che stavo facendo la cosa giusta per me.
Avevo sistemato tutto, avvertito le 2 persone fondamentali e, con la certezza che il mondo avrebbe girato tranquillamente anche senza di me, mi sono rifugiata in esilio volontario fra abeti e colline, con l’aria pura, il verde, senza nessuna distrazione, nessun contatto con l’esterno, a metà fra la clausura e il carcere per guardarmi dentro per la prima volta.
Sapevo a grandi linee in cosa consisteva il corso, ma non avevo fatto i conti col fatto che non avrei parlato con nessuno e nessuno avrebbe parlato con me e io non sono mai stata in campeggio e non mi ricordavo più cosa volesse dire dividere una camera con 4 ragazze mai viste prima.
Con tutto che nessuno ti spiega niente e devi abbandonare tutte le tue micragnose certezze per abbandonarti a quello che sarà.
E non sai cosa sarà!
Una volta sbrigate le formalità e assegnato il letto nel dormitorio, alle 5 del pomeriggio ci hanno servito la cena: minestrone e pane.
Nei nostri occhi il puro panico che si traduceva in : se questo è il menù siamo finite!
Considerando poi che di lì a 2 ore non avremmo più potuto parlare,  abbiamo cominciato a sentirci perdute, sole, smarrite nel bosco, con quella sensazione tipicamente ancestrale del “morirò di fame”.
La mente ha cominciato subito a ribellarsi creando pensieri inutili (come il 94% delle volte fateci caso!) formati da lamentele, giudizi, scazzamento e insofferenza di vario genere.
Non ero l’unica a odiare l’intera situazione, ma l’ho saputo solo 10 giorni dopo.
Dopo la “merenda cena”ci hanno fatto un  briefing via cd ripetendoci a chiare lettere che da quel momento in poi non avremmo potuto parlare, leggere, scrivere, sentire la musica, e interagire con gli altri studenti, ma solo con gli assistenti in caso di vera necessità e che se volevamo andarcene quello era il momento giusto.
Fra gli sguardi sempre più smarriti siamo salite in camera a testa bassa.
Era dai tempi del Club Med che non dividevo la camera con nessuno, ed eravamo così stranite e confuse che non ci siamo nemmeno presentate e alle 9.30 si sono spente le luci dando inizio così al nobile silenzio.
Dopo un minuto nel buio tutte e 5 abbiamo pensato  “Cazzo di sveglie che ticchettano tutte insieme, e adesso non glielo posso nemmeno dire!”
La nostra paura di non svegliarci alle 4 del mattino è stata subito spazzata via non tanto dalle 5 sveglie, ma dal  gong che veniva suonato anche fuori della porta di camera.
E con lo sguardo rovolto rigorosamente per terra asciugamano e spazzolino ecco che tutte e 30 ci riversavamo nei bagni come collegiali per essere alle 4.30 in sala di meditazione.
Avete mai provato a lavarvi i denti con 30 persone mai viste prima?
E’ un’esperienza!
Fuori notte fonda, solo il fruscio degli abeti e dei nostri passi, la luna alta nel cielo, qualche uccello notturno che cantava, le ombre degli alberi proiettate per terra , l’aria purissima che faceva male al naso.
IL SILENZIO ASSOLUTO disturbato dal mio acufene dell’orecchio sinistro!
Tutto mi ricordava Heidi e quella casa nella prateria.
In quel momento ho deciso di voler vivere in campagna, mungere le mucche, allevare conigli e galline, vendemmiare, e fare le marmellate.
Mi sa che invecchio sì!
La sala da meditazione era una specie di calda baita di legno dove avevamo un posto assegnato e coperte e cuscini a volontà per poterci sistemare nella posizione più comoda possibile date le lunghe ore da trascorrere a gambe incrociate.
Fino a quel momento sembrava quasi facile.
L’insegnante era una silenziosa e minuta signora indiana, molto dolce ,ma autorevole, che notava tutto e tutti anche quando aveva gli occhi chiusi.
In realtà lei non ci spiegava niente, ma ci faceva ascoltare un cd con la voce del Maestro Goenka, (  che porta avanti questo suo tipo di meditazione Vipassana)  che passo passo  ti spiegava come devi meditare, su cosa ti devi concentrare per educare la mente come fosse un bambino iperattivo o domarla come un elefante in una cristalleria.
Ragazzi…..non è facile…
Dopo 10 secondi che osservi il tuo respiro la testa se ne va per i cazzi suoi e ti ritrovi da un’altra parte… a fare la spesa, parlare con questo e con quello, a fare progetti, litigare, offenderti, giudicare, arrabbiarti..
Questo era il primo problema, la concentrazione, ma non avevo fatto i conti col secondo:
Mr Goenka parlava un inglese così strano e cantava in un modo così gutturale che mi dava sui nervi, e giuro che ho pensato che non ce l’avrei mai fatta.
Mi sembrava Bombolo in delitto al ristorante cinese.
Ed era indiano….
Solo dopo ho scoperto che ha fatto lo stesso effetto a tutti, ma giuro che trovarsi lì senza poter scambiare uno sguardo o una parola con nessuno e resistere con i nervi a fior di pelle e i peggiori dolori alla schiena e le gambe è stata durissima.
E poi improvvisamente ci siamo abituati.
Perchè ci siamo arresi.
Abbiamo demolito l’ego che ha cercato di ribellarsi creando nemici invisibili.
L’ego, il nostro peggior nemico, quel nocciolo composto da strati e strati di pensieri inutili che si sono sedimentati negli anni, e che cominciano tutti con “io sono, io voglio, io devo, io ho bisogno, io mi merito, io non voglio, lui mi deve, quello mi ha detto, quello mi ha fatto…..” e così via.
Io- mio, Io - mio…
La parte infantile di noi, quella che non ci permette di accettare il presente, che non ci permette di vedere la realtà per quello che veramente è e che ci annebbia la vista con un velo di illusione: l’illusione che tutto sia eterno e tutto ci appartenga.
Ecco la prima lezione del Buddha : la realtà dell’ impermanenza , niente è per sempre e niente e nessuno ci appartiene.
Crediamo di possedere gli oggetti, le idee, le persone, pensiamo che saremo felici quando avremo  questo e quello, quando andremo qui o là e quando saremo amati  o porteremo a termine un progetto o avremo successo o cambieremo città, quando invece quel desiderio che è totalmente immaginario è la fonte di ogni sofferenza.
Perchè l’unico momento che ci è dato apprezzare perchè lo possiamo sperimentare è questo qui.
E ho cominciato a capire e apprezzare quella tecnica decisamente drastica, ma fondamentale per sradicare l’attaccamento e i capricci dalla propria testa.
Una volta che ti accorgi che sei solo con la tua testa, e che le tue esigenze primarie sono soddisfatte, mangiare, bere e dormire, il resto del tempo lo passi a sbrogliare i nodi che la tua mente crea per non annoiarsi.
I problemi immaginari , le conversazioni  già avvenute e che non si possono risolvere o quelle che verranno e che non sai come potranno andare, l’insofferenza, il desiderio di qualcosa che non hai e che ti farebbe stare meglio, la rabbia, la paura, l’orgoglio….
Tutte emozioni create dalla mente, che sono totalmente immaginarie. La prova è che se osservi queste emozioni tossiche con distacco, senza fartene carico, semplicemente prendendone atto con la consapevolezza che sono solo immagini e che non ti appartengono, e che rimuginando non solo non risolvi, ma ti avviti in una spirale di sofferenza e dolore senza fine, immediatamente, senti che il nodo allo stomaco scompare come una bolla di sapone che scoppia e quello che rimane è il momento presente, e tu così come sei, nella tua purezza e semplicità, come quando eri piccolo, senza pregiudizi, nè preconcetti e con tutta l’energia a disposizione da poter dedicare alle cose giuste, sane,e belle, perchè una volta che il dvd impazzito della mente si ferma, non sei più schiavo nè succube di nessun sentimento e non esiste più nessun problema immaginario.
E quando c’è un problema vero lo affronti con lucidità e presenza e lo risolvi con energia e positività.
E inizi a sentire una grande ondata di amore incondizionato per te stesso e  tutto ciò che ti circonda, e compassione ed empatia per il dolore degli altri e cominci a voler bene anche a chi ti sta sulle palle, perchè riconosci l’ infelicità in lui e vorresti abbracciarlo e ti dispiace di aver detto e fatto cose che abbiano creato malintesi e negatività e vorresti riparare e capisci che le tue azioni e le tue parole hanno un impatto immenso sulla realtà.
Sono stati 10 giorni durissimi.
Scanditi da campane e meditazione, pianti, ricordi, ondate di dolore e gioia, ma alla fine, quando abbiamo potuto parlare, è stata un’ emozione indescrivibile, e non abbiamo più smesso di chiacchierare e ridere e condividere sensazioni, pensieri ed esperienze senza nessun giudizio o pregiudizio, perchè eravamo persone che avevano compiuto un percorso insieme e non un lavoro o un’etichetta.
Il mondo perfetto per un giorno intero.
Ed è stato come l’ultimo giorno in colonia, a scambiarci gli indirizzi e farci le foto.
Tuttora ci scriviamo tutte quante e non ce n’è una che non stia sperimentando un beneficio speciale all’interno della propria vita.
Come se si fosse accesa una luce che ha spazzato via la nebbia e questa luce è la consapevolezza di quello che sei e quello che fai e di quanta energia sprechi inutilmente.
E’ ovvio che non è gratis, serve disciplina o la mente non aspetta altro che tu ti distragga un attimo per tirarti nel pozzo di pensieri neri, e questo vuol dire alzarsi presto e meditare e cercare di rimanere consapevole il più possibile dei propri gesti, dei propri pensieri e soprattutto degli altri, perchè è solo attraverso gli altri che realizziamo noi stessi e non viceversa.
Concludo questo pippone immenso con un ringraziamento a chi mi ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza, gli studenti anziani che ci hanno servito, pulendo le camere, i bagni e cucinando magnificamente per noi continuando a sorridere anche quando ci aggiravamo come cerbiatti smarriti e incazzati e tutti coloro che con le loro offerte hanno permesso a noi il ritiro.
E ovviamente a Mr Goenka per l’incessante lavoro di tutta una vita per l’insegnamento nella speranza che tutti possiamo liberarci dal dolore.
Un abbraccio di cuore e che tutti gli esseri possano essere felici.

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Innamorata… di voi

21 ottobre 2011

Carissimi sono viva, nonostante lo shock del rientro a Roma abbia messo a dura prova i benefici della meditazione!
Sto scrivendo un post sull’esperienza, ma sta venendo talmente lungo che probabilmente lo pubblicherò a puntate, nel frattempo vi ringrazio per far volare Mia così in alto, grazie a voi siamo in classifica!
Grazie anche per le mail dolcissime e i mille commenti in bacheca, sono felice di farvi felice!

A prestissimo
Vostra

Fede

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Conto alla rovescia per il mio angelo segreto

1 ottobre 2011

Ci siamo ragazzi - 5!

Il 6 Ottobre nelle migliori librerie (e anche nelle peggiori!) troverete il mio nono figlio.
La cosa curiosa è che io non ci sarò, parto per un ritiro di meditazione Vipassana di 10 giorni e non avrò cellulare, nè computer possibilità di comunicare con l’esterno.
10 giorni a  gambe incrociate nel nobile silenzio, in un’oasi di pace e  riflessione e quando uscirò, sarò come nuova e pronta per affrontare il tour!
O sarò definitivamente impazzita!
Per cui se non risponderò a qualunque richiesta è perchè non ci sarò.
Voi però assaltate le librerie mi raccomando e fatevi sentire!

Vi abbraccio come più non potrei.

Con grandissimo affetto

Fede

Dal 6 Ottobre

il-mio-angelo-segreto1

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Federica Bosco Since 1971

24 settembre 2011

40!!!

Sono troppo felice di essere qui, la vita comincia adesso!

Vi adoro!

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Caviglie

17 settembre 2011

Quando sono tornata dalla Grecia il 12 Agosto ho pensato, bè ormai il caldo sarò finito comincerà a piovere e addio  estate…
Certo come no, è  Giugno da Giugno e qui in casa ho ancora i miei beati 35 gradi e quelli che devono aggiustare il condizionatore sono venuti per la quarta volta e non ci hanno capito una mazza “Signò sarà la scheda…” “Sì l’hanno detto anche i suoi 12 colleghi e che facciamo proviamo a cambiarla?” “Eh signò è un probblema…la chiamiamo in settimana…”
Così ho comprato un ventilatore….
Con sto caldo le mie caviglie non si sono sgonfiate nemmeno un minuto e tutto quello che posso fare ogni tanto è farmi fare un linfodrenaggio.
Sostengo da sempre che i soldi meglio spesi sono quelli in taxy, viaggi e massaggi.
Roma pullula di centri estetici, ne avrò provati una trentina da quando vivo qui e giuro che non ce n’è uno decente, sembra che abbiano imparato tutte per corrispondenza, per cui non posso dire la famosa frase: “Ho appuntamento dalla mia estetista!” Ho selezionato 3 indirizzi che sono i meno peggio e quando devo fare la ceretta, se l’occhio mi trema in maniera imbarazzante,  ci unisco un massaggio, sennò occhiali scuri!
Un mesetto fa ero bella incriccata e gonfia come un dirigibile, chiamo i 3 numeri e nessuno è libero, (sorvolo sul fatto che ti rispondano “pronto” come se tu avessi chiamato casa di qualcuno….).
Così faccio una rapida ricerca intorno alla mia zona e fra i tanti centri ne salta fuori uno thailandese con un sito bellissimo che magnifica ed esalta i benefici dei loro massaggi.
Boh, penso, se hanno il sito sarà una cosa seria, thailandese non l’ho mai provato, ma da che mondo è mondo tutti ne parlano bene, così li chiamo e mi risponde una gentile signora decisamente thailandese che mi dà un appuntamento di lì a 35 minuti.
Incredibile!
Così mi avvio immergendomi nel caldo mortale del primo pomeriggio.
La porticina non è all’altezza dello splendore del loro sito, ma penso che forse è meglio così, meglio un posto dimesso e professionale che lussuoso e pieno di incapaci.
La signora che mi apre è la stessa che mi ha risposto, minuscola e di età indefinita fra i 50 e 212 anni e  mi dice a voce bassa  “10 minuti torna. Sì?”
Penso che sia così carina ad occuparsi personalmente dei clienti e parlare piano per non disturbarli, e immagino di aver trovato l’anziana stregona magica che ti regala un talismano da mettere sotto il cuscino e non avere mai più la cervicale così, mi faccio un giro fingendo di essere a Bangkok, tanto il tasso di umidità è lo stesso.
Quando ritorno non sono più tanto convinta: il posto è un pò come una discoteca di giorno, avete presente? Quei posti tristi e sgarrupati con le mura colorate che, con le lampade giuste, il fumo, e la musica hanno anche un certo fascino, ma con la spietata luce del giorno rivelano uno squallore unico.
Però, mi dico, forse è meglio così, semplice e dimesso perchè loro sono senz’altro molto bravi!
Lo so ho una fiducia smodata e ottusa nel prossimo, sono anni che cerco di rimediare!
Intanto che aspetto esce un tizio e va a pagare.
Non lo guardo in faccia per paura che sia qualcuno che conosco, non so, ma secondo me un uomo di 50 anni mal portati, alle 4 del pomeriggio dovrebbe essere da qualche parte a lavorare non a farsi fare un massaggio in un centro thailandese, ma questi non sono fatti miei. E comunque cercava di spiegare alla “mia” signora thailandese il significato della parola “incriccato” che lei recepiva come me  quando cercano di spiegarmi il fuorigioco.
Mi chiede in un italiano stentato se voglio farmi la doccia, mi volto a guardare la doccia e per un attimo mi sento trasportata nel video di Murray Head al minuto 2.28.
Mi lavo giusto i piedi nel lavandino (che mi pare il minimo), ma sorvolo sul resto, e ringrazio di aver fatto la vaccinazione per il tifo, e poi mi viene indicata la stanzetta.
Nel frattempo incrocio altre 3 ragazze e mi rendo conto che sono tutte uguali, non ho più idea di chi mi massaggerà e non so nemmeno come chiedere “linfodrenaggio”, forse dovevo cercarco su google.
La ragazza mi dice che hanno finito gli slip di carta per donna “solo uomo” e ride mentre mi consegna una specie di conchiglia di certa nera enorme, probabilmente per cullare l’ego del defunto stallone italiano, perchè il nero si sa, sfina….
Prima di uscire mi chiede “sciacquata?” mimando il gesto di un’abluzione nel fiume Kwai.
Rispondo che ho già fatto e mi  accingo ad indossare la mutanda alla meno peggio, poi mi sdraio sul lettino con sopra l’aria condizionata a manetta e attendo.
Cazzo fa un freddo cane!
Il condizionatore funziona perfettamente, di certo i tecnici della manutenzione vengono più volentieri da loro che da me….
Non so se la ragazza che viene a massaggiarmi sia una quarta persona, ma decido di non chiedermelo, spero solo che sappia quello che fa.
Tutto quello che sa dire in italiano è: “Male?”
E capisco che è assolutamente inutile che io mi inerpichi in spiegazioni tecniche così indico una zona vaga fra il collo e le spalle e mi metto a pancia in giù.
L’ ora che è seguita è stata qualcosa che potrei consigliare solo a qualche adepto della nutrita schiera di sadomasochisti romani di cui si parla tanto in questi giorni.
Ho l’assoluta certezza che mi abbia cacciato nella spalla un cacciavite a stella!
Non ho mai provato un dolore tanto  lancinante e non osavo gridare perchè non sapevo se sarebbe stato interpretato come buono o cattivo segno (avrei dovuto leggermi la Lonely Planet!)  sempre sperando che le loro tecniche drastiche, alla fine, fossero miracolose!
Ero tesa come un gatto di marmo e non avevo idea se sapeva quello che stava facendo, e man mano che i minuti passavano mi rendevo sempre più conto che no, porca troia, non era quello di cui avevo bisogno!
Ho capito che la loro concezione del massaggio è quella del farti molto più male di quello che hai, in modo che quando smettono ti sembra di stare meglio e me l’ha sintetizzato in questo aiku: “ora male dopo mellio!” per cui immagino che un Thailandese per farsi passare il mal di testa si schiacci le dita nello sportello della macchina!
La cosa è andata avanti per un’oretta buona in cui ho desiderato ardentemente un Aulin.
Nella stanza accanto un tizio (un altro?) spiegava alla tipa che anche lui aveva dolore al collo perchè sta sempre al computer (seeee a vedere cosa?) e finalmente la tortura è finita, mi sono alzata, di nuovo mi è stato chiesto “doccia?” e sono ripassata alla cassa dove la mia ex signora thailandese  mi ha fatto pagare 40 euri senza lo straccio di una ricevuta.
Poi dicono che gli stranieri non si adeguano!
La mia ricerca del buon massaggiatore però cosa non è finita qui, perchè ci riprovo una decina di giorni dopo a Firenze.
Questa volta in un posto che conosco e di cui mi fido (che rilascia ricevute!) solo che non conoscevo la signora russa che si sarebbe occupata dei miei linfonodi!
La signora parlava italiano con l’accento della Stefanenku, ma con un vocabolario di circa 7 parole.
Mi fa mettere a pangia ‘in giù e dopo 3 minuti attira la mia attenzione sul popliteo dicendo, con lo stesso trasporto drammatico di anna Karenina in lacrime “Tu sente qui? Qui vena no buona, qui vena trombata!”
Daje….
Mi volto a guardarla con dei punti interrogativi sulla testa e lei in pieno trasporto mistico quasi sull’orlo del pianto mi spiega che “tu giovane tu non può avere vene così…tu fare sempre esercizio che io dice! Tu prende scatola e mette dentro palle piccole, dure”
“Da tennis?”
“No più dure! E tu mette dentro piedi e fa  su e giù! Anche quando lavora, anche quando stira, anche quando guida”
Non ho chiesto come si fa a guidare con i piedi in una scatola, ma mi sembrava superfluo…
Il massaggio è durato 45 minuti, ma la lezione di flebologia 2 ore.
“Tu gambe accavallate? Ogni volta che accavalla gambe un giorno di vita di meno!”
“Ah bè signora allora muoio domani non si stia a preoccupare!”
Nel frattempo riceveva telefonate tipo Kgb a cui rispondeva “Via tal dei tali, 50, no parti intime!”
Ecco, è così che va il mondo, gli uomini il pomeriggio telefonano nei centri estetici e sperano di trovare una qualunque che gli faccia il massaggio con sorpresa.
E poi noi siamo il sesso debole, massì….
Ma il top l’ho raggiunto l’altra sera mentre ero in libreria e sfogliavo un libro seduta su una poltroncina.
Si avvicina un ragazzo alto, giovane e molto elegante che mi vede.
Avevo le infradito e le gambe incrociate (sì si lo so, un altro giorno meno!) lui si avvicina  e si inchina per vedere un libro disposto sul tavolino basso che avevo davanti (vita di Gesù o roba del genere!) lo guarda, lo ripone e fa il giro dall’altra parte (vita dei papi o roba del genere!) poi fa di nuovo il mezzo giro e si mette in ginocchio, un pò più vicino a me, poi si alza, va via e torna dopo un minuto.
Be vi giuro che questa scena è durata un’oretta buona, si è fatto un mazzo tanto a forza di inginocchiarsi ai miei piedi e sfiorare il parquet vicino alle mie infradito con lo stesso trasporto che ho io davanti a una tavoletta di cioccolato in premestruale!
Vi giuro che era da ridere!
Vi immaginate che vita deve fare un feticista d’estate?
Quando sono uscita mi ha aspettato fuori e mi ha chiesto nel modo più gentile possibile se poteva farmi un complimento!
Giuro che era belloccio e dall’aria affidabile, (da com’era vestito poteva essere un avvocato, un commercialista, un bravo ragazzo insomma) e mi ha detto: ” glielo giuro è un complimento spassionatissimo, i complimenti fanno sempre bene poi, così uno va a casa e cucina più contento”
“Okay, prego, così dopo posso andare a fare il soffritto più felice!”
“Lei ha delle caviglie bellissime !”
AHA!!! ALLA FACCIA DELLA STEFANENKU E LE MIE VENE TROMBATE!”
“Delle caviglie e dei piedi bellissimi davvero!”
Ho sorriso e ho detto la frase che sognavo di dire da tutta la vita: “He! Anni e anni di danza classica!”
Credo che in quel momento abbia avuto un orgasmo!
Mi ha sorriso e ha guardato le mie caviglie allontanarsi per sempre da lui!
Capito?
la vita è sempre questione di punti di vista!!

Ricordate il 6 Ottobre:

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