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Vipassana. Un’esperienza

31 ottobre 2011

Mi scuso per la lunga assenza, ma sto ancora trattenendo i benefici dei 10 giorni di clausura in meditazione Vipassana di cui vi voglio assolutamente raccontare.
E’ stata, senza ombra di dubbio, l’esperienza più intensa ed estrema di tutta la mia vita.
Sapevo a grandi linee  cosa sarebbe successo a livello fisico (scardinamento delle anche e svitamento dei femori!) ma non avevo idea di cosa mi sarebbe accaduto a livello emotivo (scardinamento dell’anima e svitamento del cervello!).
La meditazione Vipassana ( “chiara visione”) è il tipo di meditazione che insegnò il Buddha 2500 anni fa quando si “risvegliò”,  ossia quando intuì le cause della sofferenza del genere umano e trascorse il resto della propria vita ad insegnare ,a chi glielo chiedeva, la tecnica per sradicare il dolore alla radice.
Pare facile lo so, eppure….
Praticando yoga da molti anni avevo sentito parlare spesso dei ritiri Vipassana  e tutti quelli che erano sopravvissuti a quei dieci giorni erano guardati con rispetto e deferenza, e tutti si davano di gomito, sollevando il sopracciglio e sussurrando “quello fa la Vipassana”.  Insomma ai miei occhi chi faceva la Vipassana era un figo!
Erano anni che giravo intorno alla meditazione; come un pò tutte le cose importanti della mia vita che ho seminato in tempi non sospetti e  fatto germogliare e fiorire a tempo debito: lo yoga me lo insegnava mia nonna, i primi libri di ricette vegetariane e macrobiotici  li ho comprati almeno 15 anni fa, e così il primo testo “autorevole” sulla meditazione :  “meditazione for dummies” (Giuro!)
Sono un’irrequieta, lo sono sempre stata e sempre lo sarò, non sono mai riuscita a stare ferma nemmeno nel seggiolone, e se lo chiedete ai miei, vi faranno un’ imitazione  decisamente poco lusinghiera di quando, a 2 anni, mi agitavo continuamente come punta dalla  tarantola e tuttora,quando scrivo, se non mi lego alla sedia, mi alzo fra le 600 e le 700 volte per andare in cucina, in bagno, a controllare la posta, il cellulare,a farmi il te, accendere la televisione, la radio, internet…
Senza contare il “loop” nella mia testa che rimugina in continuazione, giorno e notte, giorno e notte, saltando da un pensiero all’altro.
Questo ha fatto sì che, per tutti questi anni, io abbia vissuto in maniera totalmente non presente la maggior parte degli eventi della mia vita, nel senso che sono qui col corpo, ma la mia mente è impantanata da qualche parte nel passato o nel futuro ,quasi sempre impegnata in una conversazione immaginaria con qualcuno a cui avrei dovuto dire qualcosa o qualcuno a cui dovrò dire qualcosa.
Sì, d’ accordo sarà anche prerogativa dei creativi, ma vi giuro che è una fonte di stress mostruosa, tanto che l’occhio destro mi trema ininterrottamente da 2 anni.
Ecco perchè da qualche mese tornavo al desiderio della meditazione e dei suoi benefici e l’idea del ritiro continuava a lampeggiarmi in testa.
Avevo tentato di iscrivermi l’anno scorso, ma il centro era pieno e, ripensandoci adesso, non era il momento giusto.
Così quest anno ho fatto di nuovo richiesta e  sono stata accettata: 10 giorni di ritiro dal 5 al 16 Ottobre  nel Mugello, terra di tortelli.
Quando ho ricevuto la risposta ho sentito una specie di euforia da totale incosciente dentro di me, (basta che vi leggiate il codice di disciplina e l’orario del corso per capire che è una specie di Campo di addestramento della spiritualità che ha poco da invidiare ai Navy Seals), ma qualcosa mi diceva che era la risposta che stavo cercando da sempre, e non smettevo più di sorridere e di pensarci, così, mi sono congedata dal rassegnato e paziente Attilio (che non avrei potuto chiamare per tutta la durata del corso) e sono partita in direzione Faenza, con un bagaglio ridotto all’osso composto da una tuta da ginnastica, qualche mutanda, un maglione, una torcia e una sveglia.
Alla stazione, aspettando la navetta per il centro, guardandomi intorno ho subito riconosciuto i miei compagni d’avventura: tutti quelli che, come me, stavano seduti da soli, con uno zaino minuscolo e un enorme punto interrogativo sulla testa.
Visto che la navetta era in ritardo, abbiamo cominciato a guardarci  con aria da carbonari lanciandoci occhiate circospette chiedendo a bassa voce “ma…anche tu vai….” “Sì sì anch’io…” tornando poi a consultare il cellulare, l’ I pad, l’ I phone, Facebook e What’app  per l’ultima volta.
In pulman mi sono seduta da sola, tanto valeva abituarsi:  non avrei parlato, guardato,  toccato e interagito con nessuno per 10 giorni, e sarebbe stato più facile farlo senza sapere chi fossero gli altri.
Mentre salivamo fra le colline dell’Appennino, sentivo che stavo facendo la cosa giusta per me.
Avevo sistemato tutto, avvertito le 2 persone fondamentali e, con la certezza che il mondo avrebbe girato tranquillamente anche senza di me, mi sono rifugiata in esilio volontario fra abeti e colline, con l’aria pura, il verde, senza nessuna distrazione, nessun contatto con l’esterno, a metà fra la clausura e il carcere per guardarmi dentro per la prima volta.
Sapevo a grandi linee in cosa consisteva il corso, ma non avevo fatto i conti col fatto che non avrei parlato con nessuno e nessuno avrebbe parlato con me e io non sono mai stata in campeggio e non mi ricordavo più cosa volesse dire dividere una camera con 4 ragazze mai viste prima.
Con tutto che nessuno ti spiega niente e devi abbandonare tutte le tue micragnose certezze per abbandonarti a quello che sarà.
E non sai cosa sarà!
Una volta sbrigate le formalità e assegnato il letto nel dormitorio, alle 5 del pomeriggio ci hanno servito la cena: minestrone e pane.
Nei nostri occhi il puro panico che si traduceva in : se questo è il menù siamo finite!
Considerando poi che di lì a 2 ore non avremmo più potuto parlare,  abbiamo cominciato a sentirci perdute, sole, smarrite nel bosco, con quella sensazione tipicamente ancestrale del “morirò di fame”.
La mente ha cominciato subito a ribellarsi creando pensieri inutili (come il 94% delle volte fateci caso!) formati da lamentele, giudizi, scazzamento e insofferenza di vario genere.
Non ero l’unica a odiare l’intera situazione, ma l’ho saputo solo 10 giorni dopo.
Dopo la “merenda cena”ci hanno fatto un  briefing via cd ripetendoci a chiare lettere che da quel momento in poi non avremmo potuto parlare, leggere, scrivere, sentire la musica, e interagire con gli altri studenti, ma solo con gli assistenti in caso di vera necessità e che se volevamo andarcene quello era il momento giusto.
Fra gli sguardi sempre più smarriti siamo salite in camera a testa bassa.
Era dai tempi del Club Med che non dividevo la camera con nessuno, ed eravamo così stranite e confuse che non ci siamo nemmeno presentate e alle 9.30 si sono spente le luci dando inizio così al nobile silenzio.
Dopo un minuto nel buio tutte e 5 abbiamo pensato  “Cazzo di sveglie che ticchettano tutte insieme, e adesso non glielo posso nemmeno dire!”
La nostra paura di non svegliarci alle 4 del mattino è stata subito spazzata via non tanto dalle 5 sveglie, ma dal  gong che veniva suonato anche fuori della porta di camera.
E con lo sguardo rovolto rigorosamente per terra asciugamano e spazzolino ecco che tutte e 30 ci riversavamo nei bagni come collegiali per essere alle 4.30 in sala di meditazione.
Avete mai provato a lavarvi i denti con 30 persone mai viste prima?
E’ un’esperienza!
Fuori notte fonda, solo il fruscio degli abeti e dei nostri passi, la luna alta nel cielo, qualche uccello notturno che cantava, le ombre degli alberi proiettate per terra , l’aria purissima che faceva male al naso.
IL SILENZIO ASSOLUTO disturbato dal mio acufene dell’orecchio sinistro!
Tutto mi ricordava Heidi e quella casa nella prateria.
In quel momento ho deciso di voler vivere in campagna, mungere le mucche, allevare conigli e galline, vendemmiare, e fare le marmellate.
Mi sa che invecchio sì!
La sala da meditazione era una specie di calda baita di legno dove avevamo un posto assegnato e coperte e cuscini a volontà per poterci sistemare nella posizione più comoda possibile date le lunghe ore da trascorrere a gambe incrociate.
Fino a quel momento sembrava quasi facile.
L’insegnante era una silenziosa e minuta signora indiana, molto dolce ,ma autorevole, che notava tutto e tutti anche quando aveva gli occhi chiusi.
In realtà lei non ci spiegava niente, ma ci faceva ascoltare un cd con la voce del Maestro Goenka, (  che porta avanti questo suo tipo di meditazione Vipassana)  che passo passo  ti spiegava come devi meditare, su cosa ti devi concentrare per educare la mente come fosse un bambino iperattivo o domarla come un elefante in una cristalleria.
Ragazzi…..non è facile…
Dopo 10 secondi che osservi il tuo respiro la testa se ne va per i cazzi suoi e ti ritrovi da un’altra parte… a fare la spesa, parlare con questo e con quello, a fare progetti, litigare, offenderti, giudicare, arrabbiarti..
Questo era il primo problema, la concentrazione, ma non avevo fatto i conti col secondo:
Mr Goenka parlava un inglese così strano e cantava in un modo così gutturale che mi dava sui nervi, e giuro che ho pensato che non ce l’avrei mai fatta.
Mi sembrava Bombolo in delitto al ristorante cinese.
Ed era indiano….
Solo dopo ho scoperto che ha fatto lo stesso effetto a tutti, ma giuro che trovarsi lì senza poter scambiare uno sguardo o una parola con nessuno e resistere con i nervi a fior di pelle e i peggiori dolori alla schiena e le gambe è stata durissima.
E poi improvvisamente ci siamo abituati.
Perchè ci siamo arresi.
Abbiamo demolito l’ego che ha cercato di ribellarsi creando nemici invisibili.
L’ego, il nostro peggior nemico, quel nocciolo composto da strati e strati di pensieri inutili che si sono sedimentati negli anni, e che cominciano tutti con “io sono, io voglio, io devo, io ho bisogno, io mi merito, io non voglio, lui mi deve, quello mi ha detto, quello mi ha fatto…..” e così via.
Io- mio, Io - mio…
La parte infantile di noi, quella che non ci permette di accettare il presente, che non ci permette di vedere la realtà per quello che veramente è e che ci annebbia la vista con un velo di illusione: l’illusione che tutto sia eterno e tutto ci appartenga.
Ecco la prima lezione del Buddha : la realtà dell’ impermanenza , niente è per sempre e niente e nessuno ci appartiene.
Crediamo di possedere gli oggetti, le idee, le persone, pensiamo che saremo felici quando avremo  questo e quello, quando andremo qui o là e quando saremo amati  o porteremo a termine un progetto o avremo successo o cambieremo città, quando invece quel desiderio che è totalmente immaginario è la fonte di ogni sofferenza.
Perchè l’unico momento che ci è dato apprezzare perchè lo possiamo sperimentare è questo qui.
E ho cominciato a capire e apprezzare quella tecnica decisamente drastica, ma fondamentale per sradicare l’attaccamento e i capricci dalla propria testa.
Una volta che ti accorgi che sei solo con la tua testa, e che le tue esigenze primarie sono soddisfatte, mangiare, bere e dormire, il resto del tempo lo passi a sbrogliare i nodi che la tua mente crea per non annoiarsi.
I problemi immaginari , le conversazioni  già avvenute e che non si possono risolvere o quelle che verranno e che non sai come potranno andare, l’insofferenza, il desiderio di qualcosa che non hai e che ti farebbe stare meglio, la rabbia, la paura, l’orgoglio….
Tutte emozioni create dalla mente, che sono totalmente immaginarie. La prova è che se osservi queste emozioni tossiche con distacco, senza fartene carico, semplicemente prendendone atto con la consapevolezza che sono solo immagini e che non ti appartengono, e che rimuginando non solo non risolvi, ma ti avviti in una spirale di sofferenza e dolore senza fine, immediatamente, senti che il nodo allo stomaco scompare come una bolla di sapone che scoppia e quello che rimane è il momento presente, e tu così come sei, nella tua purezza e semplicità, come quando eri piccolo, senza pregiudizi, nè preconcetti e con tutta l’energia a disposizione da poter dedicare alle cose giuste, sane,e belle, perchè una volta che il dvd impazzito della mente si ferma, non sei più schiavo nè succube di nessun sentimento e non esiste più nessun problema immaginario.
E quando c’è un problema vero lo affronti con lucidità e presenza e lo risolvi con energia e positività.
E inizi a sentire una grande ondata di amore incondizionato per te stesso e  tutto ciò che ti circonda, e compassione ed empatia per il dolore degli altri e cominci a voler bene anche a chi ti sta sulle palle, perchè riconosci l’ infelicità in lui e vorresti abbracciarlo e ti dispiace di aver detto e fatto cose che abbiano creato malintesi e negatività e vorresti riparare e capisci che le tue azioni e le tue parole hanno un impatto immenso sulla realtà.
Sono stati 10 giorni durissimi.
Scanditi da campane e meditazione, pianti, ricordi, ondate di dolore e gioia, ma alla fine, quando abbiamo potuto parlare, è stata un’ emozione indescrivibile, e non abbiamo più smesso di chiacchierare e ridere e condividere sensazioni, pensieri ed esperienze senza nessun giudizio o pregiudizio, perchè eravamo persone che avevano compiuto un percorso insieme e non un lavoro o un’etichetta.
Il mondo perfetto per un giorno intero.
Ed è stato come l’ultimo giorno in colonia, a scambiarci gli indirizzi e farci le foto.
Tuttora ci scriviamo tutte quante e non ce n’è una che non stia sperimentando un beneficio speciale all’interno della propria vita.
Come se si fosse accesa una luce che ha spazzato via la nebbia e questa luce è la consapevolezza di quello che sei e quello che fai e di quanta energia sprechi inutilmente.
E’ ovvio che non è gratis, serve disciplina o la mente non aspetta altro che tu ti distragga un attimo per tirarti nel pozzo di pensieri neri, e questo vuol dire alzarsi presto e meditare e cercare di rimanere consapevole il più possibile dei propri gesti, dei propri pensieri e soprattutto degli altri, perchè è solo attraverso gli altri che realizziamo noi stessi e non viceversa.
Concludo questo pippone immenso con un ringraziamento a chi mi ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza, gli studenti anziani che ci hanno servito, pulendo le camere, i bagni e cucinando magnificamente per noi continuando a sorridere anche quando ci aggiravamo come cerbiatti smarriti e incazzati e tutti coloro che con le loro offerte hanno permesso a noi il ritiro.
E ovviamente a Mr Goenka per l’incessante lavoro di tutta una vita per l’insegnamento nella speranza che tutti possiamo liberarci dal dolore.
Un abbraccio di cuore e che tutti gli esseri possano essere felici.

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Federica Blog

  1. Smemo*
    31 ottobre 2011 a 15:39 | #1

    Sarà anche una prerogativa dei creativi (creativa di che, poi) ma un po’ di concentrazione non sarebbe male. Non dico sempre, ogni tanto ecco!
    Il fatto che mia mamma mi chiama “strega” da quando sono nata vuol dire qualcosa. :D
    E io ci provo a non perdermi in pensieri neri, ma ogni tanto è difficile pensare che alla fine va tutto bene.

  2. francy
    31 ottobre 2011 a 16:03 | #2

    Fede, sei stata veramente coraggiosa a voler affrontare un esperienza del genere.
    E’ proprio vero ci ritroviamo impantanati nel nostro egosimo, nei nostri rimuginamenti, nei nostri “se avessi detto..se avessi fatto..” che perdiamo la lucidità per apprezzare la vera essenza delle cose.
    Il mondo della meditazione mi affascina, ma forse per me non è ancora arrivato il momento di staccare la spina così bruscamente e affrontare “il viaggio” dentro me stessa.
    Avevo provato a meditare, da sola, ma non sono durata più di un minuto.
    Non c’è niente da fare le “scimmie impazzite” dei mie pensieri non se ne vanno.
    Per questo e per mille altri motivi continuo ad ammirarti sempre di più.
    Un abbraccio sempre più grande Fede da francy/francu.

  3. Miriam ( yimwingchun )
    31 ottobre 2011 a 21:12 | #3

    Mi hai riportato indietro ai miei primi anni di scuola di Kung Fu in cui facevamo dei ritiri che comprendevano meditazione, sveglia alle sei del mattino, lavoro sul respiro e sul “qui e ora”. Certo, nel mio caso il tutto era contornato da 12 ore estenuanti di allenamento duro e lividi ma si poteva parlare in camera e durante i pasti. Quell’esperienza è stata la più ricca di tutta la mia vita e ne faccio tesoro ancora oggi, e il bello è che quando impari certi “semplici segreti” non li dimentichi più.
    Sono contenta che tu abbia fatto questa esperienza.
    Ti voglio bene.
    :)

  4. 1 novembre 2011 a 10:38 | #4

    Vorrei vivere la tua stessa esperienza. Io, al momento, mi accontento di crearla dentro di me, a casa. ;) Ciao Federica e grazie per la condivisione. Questa mattina, durante la colazione, ho terminato la lettura del tuo nuovo romanzo…wow! Complimenti di cuore! A quando il sequel?? ;) Buona giornata.. :-)

  5. Serena
    1 novembre 2011 a 20:10 | #5

    Ma che pippone, è stato un post bellissimo. mi hai trascinato letteralemente nei tuoi 10 gorni di meditazione, facendomi quasi commuovere (forse non è la parola giusta, ma mi viene solo questa).Mi piacerebbe molto fare une esperienza del genere,perchè io rimugino fino alla morte, con i miei mille “e se non gli avessi detto, e se non avessi fatto, e eprchè non l’ho fatto?” etc. magari mi aiuterebbe. però al momento mi spaventa molto. te cmq avevi già una base di meditazione no? io oltre a quel poco che facevo a Yoga (non lo faccio più per ora xkè ha chiuso il centro dove andavo, nn me ne parlare :( ) non ho mai meditato, e forse prima di una roba del genere dovrei farmi le ossa un pò. bello bello, bellissima esperienza :)
    baci

  6. 1 novembre 2011 a 20:43 | #6

    In realtà, non è che avessi sta grande base di meditazione, la cosa mi intrigava, ma non avevo mai avuto una pratica quotidiana fino a quel momento e comunque non per 12 ore al giorno!! Credetemi che eravamo tutti super principianti, ma con una grande volontà di cambiare qualcosa nella nostar vita e vi giuro che funziona! Basta alzarsi un’ora prima la mattina e prima del caffè e prima che il cervello si accenda sedersi e concentrarsi sul respiro. Poi trovare qualcuno nella propria città che vi spieghi la tecnica e la filosofia, (cercare vipassana e centri di buddismo tibetano) ma già imparare a fare il vuoto mentale è una conquista incredibile! Il cervello si riposa perchè non è più bloccato dalle 1000 inutili seghe mentali e tutta l’energia si sprigiona per fare altre mille cose. Non c’è più rabbia, attaccamento, rancore, paura, ma la consapevolezza che siano proiezioni della mente reali quanto un ologramma e vi giuro che una cosa così non ha prezzo!

  7. Sonia
    2 novembre 2011 a 11:32 | #7

    “[...] già imparare a fare il vuoto mentale è una conquista incredibile!”
    Niente di più vero Fede e, come ha scritto Miriam “il bello è che quando impari certi “semplici segreti” non li dimentichi più”.
    In un mondo così frenetico ritornare all’ascolto di se’ stessi aiuta a ristabilire un grande equilibrio interiore e a dare a quello che ci accade il valore che ha.
    Un abbraccio a tutti e che questa bella esperienza che hai voluto condividere con noi possa ‘contagiare’ quante più persone possibili!
    Non sarebbe un mondo migliore? :-)

  8. Fefè
    2 novembre 2011 a 12:14 | #8

    Grazie Fede! Grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi, non ne avevo mai sentito parlare fino a quando ci hai annunciato la tua partenza. Mi piacerebbe riuscire a spegnere il cervello: la mattina mi sveglio e senza rendermene conto comincio già a pensare alle cose che devo fare, al lavoro e a casa, e mi alzo già “imbruttita”… e che fatica! Ecco, non so se ce la farei ad alzarmi alle 4, ma mi documenterò e forse prima o poi arriverà il mio turno… :-)
    Un bacio!

  9. Serena
    2 novembre 2011 a 12:16 | #9

    @Bosco
    Si in effetti quando a yoga mi “riuscivano” quei 10 minuti di meditazione, e riuscivo a liberare la mente, mamma mia come stavo meglio. fatto per 10 giorni tutti i giorni, in effetti è un sogno. ci penserò su :)

  10. Bea84
    2 novembre 2011 a 16:47 | #10

    Ciao Fede
    wow ti invidio perchè sei riuscita a fare questa cosa…
    io penso che mi sarei ammazzata :( non mi piace cadere nei miei pensieri perchè alal fine vado sempre a prendere quelli più brutti :)
    Grazie di tutto :)
    grazie per i tuoi blog e grazie per i tuoi libri, per l’emozioni che mi trasmetti :)
    Grazie di tutto :D
    baci

  11. linda
    2 novembre 2011 a 19:38 | #11

    ciao fede..deve essere un esperienza fantastica ma anche un po paurosa all inizio…io nn so se riusciirei ma poter staccare la mente un po mi farebbe solo che bene perche a volte mi sveflio che sto gia pensando a cosa devo fare e nn ho ancora aperto gli occhi….chissa in un futuro verra anche il mio momento…ciao ciao

  12. 3 novembre 2011 a 15:49 | #12

    Ciao Fede,non vedevo l’ora di avere notizie in merito alla tua esperienza Vipassana..e devo dire che sono affascinata dal Dono che hai in quanto a comunicazione,perchè avevo un sacco di interrogativi in proposito della meditazione vipassana e tu magnificamente mi hai chiarito molte cose…Ne sono attratta e spaventata allo stesso tempo perchè anch’io sono uno spirito un pò indomabile,però mai dire mai nella vita..Ho 3 cose se posso da chiederti:”I maschietti non si incontrano mai?”e “se uno va in rilascio emozionale viene assistito e aiutato o cosa? le meditazioni sono in inglese?… come vedi la fa ancora da padrone la mente con me.. con simpatia..Grazie!

  13. Bosco
    4 novembre 2011 a 0:15 | #13

    @Nico70 maschi e femmine sono rigorosamente divisi, ci si incontra solo l’ultimo giorno. Piangevamo un pò tutti a rotazione, ed è una cosa che effettivamente ti risolvi da te anche perchè a un certo punto hai proprio la sensazione di essere solo quindi non cerchi conforto esterno perchè sai che nessuno potrebbe portarti reale aiuto perchè sono tutti strati di sofferenza che vengono a galla ed evaporano per sempre. Comunque c’è l’insegnante a cui puoi rivolgere le domande e gli studenti anziani che sono sempre reperibili. Tutte le spiegazioni sono in italiano e alla fine siccome sono più o meno sempre le stesse istruzioni le impari a memoria! Spero di esserti stata d’aiuto se hai altre domande chiedi pure. F

  14. manu
    4 novembre 2011 a 11:11 | #14

    Wow…che esperienza intensa dev’essere…ne avevo sentito parlare,e ne sono affascinata e intimorita…ma sicuramente ne esci con una consapevolezza di te e del mondo diversa,forse anche piu’ sana.chissà prima o poi…per ora faccio fatica a non parlare,non pensare,non fare qualcosa…sembra strano ma ho scoperto che è difficilissimo non fare niente e sgombrare la mente…Complimenti davvero e per l’esperienza e per il tuo modo di raccontarla!Il tuo libro sto valutando se portarlo in viaggio di nozze…se resisto…

  15. 4 novembre 2011 a 16:12 | #15

    Grazie,grazie di cuore Fede..
    nico

  16. Bosco
    4 novembre 2011 a 18:20 | #16

    @ Manu ti proibisco tassativamente di portarti un mio libro in viaggio di nozze!!! Anzi a dirti la verità qualunque libro!! Augurissimi di cuore Fede

  17. Serena96
    4 novembre 2011 a 23:30 | #17

    Ciao fedeeeee :D 6 meravigliosa e la tua saga di “innamorata di un angelo” è bellissima!!!! lo sò ke il secondo è appena uscito però volevo sapere qualke cosa del terzo libro!!! insansitutto volevo sapere se ci sarà cn certezza e la data approssimativa di quando uscirà!!!! e magari anke qualke piccola informazione sul terzo!!!! x favore rsipondimi!!!! grz in anticipo!!!!!

  18. Alessandra
    5 novembre 2011 a 13:22 | #18

    Mi stai facendo venire voglia di mettermi alla prova… ammesso che una sia davvero cosi’ forte da decidere di smontare il cervello e di buttare una volta per tutte le pippe mentali nel cesso, come si fa??? Da dove si comincia? Tu hai cominciato con lo yoga? Hai qualche indirizzo utile per me che sono a Roma???

  19. Sary
    7 novembre 2011 a 0:42 | #19

    Sono rimasta ipnotizzata e incantata dal racconto di questa esperienza. Sei stata coraggiosa, ma soprattutto mi hai dato, come spesso in questi anni, altri nuovi spunti di riflessione. Grazie Fede

  20. manu
    7 novembre 2011 a 11:35 | #20

    Fede@ ma devo prendere 6 aerei!!!!!!:OOOO

  21. Daniela
    7 novembre 2011 a 11:36 | #21

    E’ una sensazione strana sapere che c’è qualcun’altro che è “posseduto” dal loop incessante della mente. Ho avuto un sussulto leggendo ciò a cui tu hai saputo dare una definizione e a cui io cerco di dare una spiegazione da sempre:” Questo ha fatto sì che, per tutti questi anni, io abbia vissuto in maniera totalmente non presente la maggior parte degli eventi della mia vita, nel senso che sono qui col corpo, ma la mia mente è impantanata da qualche parte nel passato o nel futuro ,quasi sempre impegnata in una conversazione immaginaria con qualcuno a cui avrei dovuto dire qualcosa o qualcuno a cui dovrò dire qualcosa.” Ecco, questa sono io, con una particolare predilezione per il passato;ho avuto il piacere di praticare alcune sedute di respiro e mai avrei potuto immaginare prima di allora di quale potere e di quale forza siano capaci la nostra mente e il nostro corpo, ma haimè non ho approfondito il percorso x cause di forza maggiore. Onore a te Fede e alla tua costanza, virtù di pochi.

  22. 8 novembre 2011 a 15:05 | #22

    Io sono buddhista e frequento il centro tibetano, tuttavia non ho mai provato periodi così lunghi (a livello di ore per ogni giornata) di meditazione. Dovrei provare, però. Almeno una volta nella vita!

  23. giuliana mundula
    9 novembre 2011 a 20:25 | #23

    Ciao Federica, ciao a tutti

    non sono proprio nuova perchè seguo il blog ormai da un paio di anni. Non avevo però mai avuto il coraggio di lasciare un commento. Lo faccio ora perchè già da qualche mese ho pensato di fare anche io un corso Vipassana. Vivo a Berlino ma mi piacerebbe molto farlo in Italia o meglio seguire un corso nella mia lingua madre. Fede grande domandona: si può seguire il corso in Italiano?

  24. Ant81
    10 novembre 2011 a 16:13 | #24

    Ciao Federica,
    finalmente una soluzione che pone fine alle nostre sofferenze: per non soffrire più basta soffrire tanto per 10 giorni :D.

    Perdona l’amara ironia ma riflettendo sulla condizione umana giungo ad una conclusione: l’essere umano soffre comunque.

    Ti sembrerò pessimista, ma è solo una presa di coscienza.
    Una volta accettata questa condizione si deve lottare con ottimismo ogni giorno per cercare di rendere minimo questo dolore, e questo si può fare appunto meditando, godendosi il momento, facendo ciò che ci fa stare bene ed evitando ciò che ci mette a disagio.

    L’esperienza che hai compiuto sicuramente ha insegnato te e molte altre persone a gestire il dolore e combattere l’ego che ci tortura ogni giorno, e ti sono grato per averla condivisa, ma per come la vedo io la condizione umana, soprattutto nella nostra civiltà occidentale non cambia.

    Tu che ne pensi?
    Grazie ancora per le tue parole.

  25. Macchia
    14 novembre 2011 a 11:51 | #25

    Daniela :Questo ha fatto sì che, per tutti questi anni, io abbia vissuto in maniera totalmente non presente la maggior parte degli eventi della mia vita, nel senso che sono qui col corpo, ma la mia mente è impantanata da qualche parte nel passato o nel futuro ,quasi sempre impegnata in una conversazione immaginaria con qualcuno a cui avrei dovuto dire qualcosa o qualcuno a cui dovrò dire qualcosa.” .

    Questa frase è eccezionale…ma come se ne esce?sto iniziando a praticare lo yoga, potrà aiutarmi?

  26. daniela
    14 novembre 2011 a 16:20 | #26

    @Macchia : non lo so come se ne esce, però credo che un pò di yoga di sicuro non ti farà male…

  27. Bosco
    16 novembre 2011 a 17:58 | #27

    @Giuliana se il corso lo fai in Italia c’è la traduzione in italiano, altrimenti è in inglese.
    @Ant 81: l’essere umano si autocondanna a soffrire spesso per cazzate mostruose, la prova è quando incontri gente che ha sofferto le (vere) pene dell’inferno (malattie, lutti, guerre, deportazioni, infortuni devastanti) e non ha mai perso nè il sorriso, nè la voglia di vivere e questo ti fa capire che la chiave sta tutta nel girare quell’interruttore da “off” a “on” e siamo solo noi a poterlo fare. Abbiamo tutti la possibilità innata di uscire dagli inferni che ci creiamo da soli e possiamo farlo in qualsiasi momento distaccandoci dal pantano delle nostre emozioni e pensieri inutili e tossici. La meditazione è una via, ce ne sono tante altre, l’importante è non arrendersi e continuare a lottare per una vita migliore per noi e per gli altri. Trungpa Rimpoche diceva che l’unico modo di smettere di soffrire è occuparsi degli altri, provare per credere!
    @Macchia, lo yoga ti aiuterà moltissimo nella concentrazione e nell’ acquisire consapevolezza del tuo corpo è una specie di meditazinoe anche quella.

  28. fede
    29 novembre 2011 a 22:07 | #28

    cavolo!
    domani parto.
    ho le chiappe strette dalla paura che sarà dura
    e il sorriso che va da orecchio a orecchio per la gioia
    di trovarmi.
    bella fede
    dev’essere il nome ;)

  29. Bosco
    30 novembre 2011 a 11:54 | #29

    Fede fammi sapere!!!!

  30. fede
    13 dicembre 2011 a 17:23 | #30

    Tornata.
    E che ritorno.
    sono stordita, stremata, leggera e rinnovata. non male come sensazioni.
    non nascondo una certa avversione per la gente e una certa bramosia per starmene da sola ;), ma ANICCA.
    è un’esperienza profonda, dura e vera. dove un attimo prima combatti con draghi a sei teste e l’attimo dopo provi la spensieratezza e la gioia di quand’eri piccola e ti emozionavi a guardare una coccinella.
    la natura intorno è preponderante e ti fa capire quanto l’uomo sia solo una parte di quel meccanismo e non il capo supremo.
    a due giorni dal mio ritorno mi sento diversa. diversa e strana. si può dire? che manco tutte le canne che ho fumato mi hanno mai fatta sentire cosi.
    sicuramente non è per tutti. o meglio. è per i cercatori. per chi cerca una risposta fuori. dopo dieci giorni capisci che hai cercato per anni nel posto sbagliato, Un pò come quando cerchi le chiavi di casa e ti accorgi che le hai in mano. ecco.

  31. Daniela Cecchini
    22 gennaio 2012 a 19:20 | #31

    Ciao …cercando il centro dove fanno corso di Vipassana a Faenza….sei uscita anche tu….ed è stato simpaticcissimo leggerti…. le anche scardinate e i femori svitati…rendono tantissimo…
    e credo che la descrizione del loop della tua mente …non sia prerogativa solo dei creativi…ma di tutti… me compresa…
    grazie della tua testimonianza….
    ora cerco il modulo per fare la richiesta…..
    con un pò di timore ma con tanta voglia di lasciar andare tutta sta nebbia e confusione che sento come una cappa sopra la mia testa….
    Daniela

  32. Bosco
    28 gennaio 2012 a 18:10 | #32

    Ciao Daniela! ti consiglio anche un’altra cosa che ho fatto l’altra settimana; il centro di Pomaia vicino Rosignano Solvay, è il più grande centro Buddista tibetano europeo e sul loro sito vedrai una quantità di eventi di tutti i tipi meditazioni, training, mindfulness…io ho fatto 4 giorni di ritiro Vipassana con Corrado Pensa e Neva Papachristou ed è stato molto bello, ovviamente meno talebano della Vipassana di Goenka, ma si alternano meditazioni sedute e camminate ogni 45 minuti, per cominciare è ottimo. Vedrai che il ritiro ti spalancherà le porte della percezione e nella peggiore delle ipotesi ti rigenererai completamente. Sarà un’esperienza spettacolare!

  33. marco
    30 gennaio 2012 a 21:55 | #33

    ho il corso il 15 di febbraio e quello che hai scritto mi è piaciuto tanto
    Ad ogni modo Mr. Goenka non era Indiano ma Birmano
    Ciao e grazie

  34. Marco
    20 febbraio 2012 a 19:02 | #34

    Grazie Fede per il tuo racconto.
    Dopo mesi di impegni, di scuse, di “non è il momento”, finalmente mi sono iscritto per maggio (il centro di Marradi, mi pare di capire sia lo stesso) e non volendo fare un salto nel buoi ho in seguito trovato il tuo blog.
    ho riso (per la parte di bombolo), ma soprattutto mi sono commosso. Ero già stato avvisato da un mio parente sulla durezza, ma dal tuo racconto sento davvero che anch’io sto facendo il passo giusto e che la ricompensa ripagherà gli sforzi.
    Grazie ancora di aver condiviso la tua esperienza, che mi ha chiarito diverse cose su questo ritiro.
    Ti riscriverò quando l’avrò fatto.
    a presto

  35. Bosco
    26 febbraio 2012 a 19:08 | #35

    @Marco, sono molto felice per la tua scelta e ti garantisco che sarà un’esperienza straordinaria e totalmente tua! Poi fammi sapere mi raccomando, o scrivimi anche in privato!
    A Maggio sarà bellissimo!
    Un bacione
    Fede

  36. Massimo
    23 agosto 2012 a 14:47 | #36

    Ciao Federica sono arrivato al tuo blog proprio cercando informazioni sulla meditazione vipassana. Inizio il ritiro il 26 settembre nello stesso Centro e leggere il tuo blog mi ha caricato ancora di più :) Mi sto preparando leggendo un po’ di testi sulla vipassana e ti ringrazio per aver condiviso con noi la tua esperienza.

  37. Veronica
    16 ottobre 2012 a 1:20 | #37

    Ho letto il tuo racconto ora, sotto le coperte, connessa con un cellulare lentissimo e la tachicardia. Domani partirò per i dieci giorni di meditazione Vipassana, e come potrai intuire non riesco a dormire, in preda ad ansia e agitazione, con mille pensieri in testa, i quali riportano tutti alla stessa domanda “ce la farò?” e allora ricercavo delle testimonianze per darmi un po’ più di coraggio. La tua è stata molto utile. Grazie per averla condivisa con altre persone

  38. 27 novembre 2012 a 22:38 | #38

    Ciao Federica! Che bello leggere le tue parole, mi hai riportato al centro per qualche minuto.. ebbene si, anche io ho fatto i 10 giorni in Appennino nella stessa struttura, e so cosa vuoi dire. Anch’io sono partita con mille dubbi ma un’unica certezza: ce l’avrei fatta! Pensavo di morire di fame invece ce l’ho fatta benissimo e la cosa più dura, come tu dici, è mantenere ferma la mente che se ne va per i fatti suoi..che fatica!
    Ho trovato il tuo blog perchè cercavo proprio altri siti che parlassero di vipassana..vorrei ripetere l’esperienza e volevo approfondire online ma tanto serve a poco, quel che conta è l’esperienza.

    Non so tu ma in quei giorni fuori dal tempo la cosa che mi ha sorpreso di più è stata l’assenza di dolore alla schiena (a parte le sedute di aditthana che mi ricordo bene…e tu sai perché!) e la sensazione di essere tornata indietro nel tempo.. avevo un’energia incredibile e quanto mi è dispiaciuto tornare a parlare, proprio non volevo! Io che parlo sempre (la gente mica ci crede che sono stata in silenzio per 10 giorni..) lì stavo da dio… avrei preferito stare ancora più sola! E poi non so se anche tu hai notato come i colori apparivano più brillanti e i suoni più nitidi..i sensi si espandono senza sollecitazioni.

    Mi viene sempre più voglia di tornare là, nel silenzio, per farmi ancora un regalo..magari ci incontriamo in pagoda! Ciao
    Silvia

  39. andrea
    25 dicembre 2012 a 18:54 | #39

    E’ di sicuro un’esperienza forte; probabilmente per radicare profondamente la “chiara visione” va ripetuta negli anni, sperando che la propria psiche sia sempre d’accordo…

  40. Gianluca
    14 gennaio 2013 a 21:53 | #40

    Salve Federica,grazie per il bel racconto.Io ho inviato il modulo per fare il corso a maggio,dato che prima non ce’ posto.Volevo dire,ma l’insegnante parla solo in inglese?Se e’ cosi,chi non conosce la lingua come fa?

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