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Karibu Tanzania! Part 1

5 lavatrici e 7 aerosol dopo l’infinito viaggio di ritorno, (con una sosta di 6 ore e mezzo nell’aeroporto di Addis Abeba in preda ad un attacco di asma da overdose di Autan!) ho quasi ripreso le sembianze di un essere umano.
Eravamo talmente luridi che speravamo ci perdessero le valige per evitare di lavare tutto.
Ricostruire l’intero viaggio mi sembra un impresa apocalittica perchè,giuro, ho la testa così piena di ricordi e avvenimenti che mi sembra di essere partita 2 mesi fa!
Sorvolerò sulla pianificazione del viaggio che non è stata una passeggiata: quando non conosci una cosa e sei obbligato ad affidarti un pò alla cieca alle proposte di questo e di quell’altro, alla fine non ti resta che affidarti all’istinto e sperare di non essere inchiappettato di brutto, ma in questo noi italiani (professionisti della pecorella!)   abbiamo sviluppato,nel corso dell’evoluzione,un sesto senso che ci fa individuare con trascurabile margine d’errore, qualunque possibile  “gioco delle 3 carte” quando ne annusiamo uno.
Andare in Africa ci sembrava davvero un’impresa da pionieri e ci spaventavano non poco i commenti in giro per il web, anche solo circa le vaccinazioni consigliate: epatite A e B, colera, antitetanica, febbre gialla, tifo, paratifo e profilassi antimalarica!
Leggetevi questo sito e ditemi se non vi viene un filino d’ansia!
Per cui,ogni tanto, ci guardavamo interrogativi cercando di scorgere nell’occhio dell’altro un briciolo di conforto e di sostegno mentre tutti e due,senza dircelo, continuavamo a pensare: “Cazzo! Proprio adesso che cominciavamo a padroneggiare le Cicladi!”.
Tutte le offerte erano assurdamente care, la media a persona si aggirava intorno ai 4000 euro senza il volo, alcune anche 7000 (quelle con i lodge da mille e una notte e lo schiavo personale!).
Allora mi sono ricordata della sezione “fai da te” di Avventure nel mondo dove avevo a lungo sostato, (solleticata dall’assurda  idea di partire in gruppo!) e  che ti offriva un itinerario più spartano, ma decisamente competitivo per partenze individuali.
Così accettiamo e paghiamo sull’unghia un safari di 8 giorni nei parchi del Nord della Tanzania, senza saperne una gran mazza, (avremmo scoperto poi che tutti i tour sono standard e che prenotando sul posto avremmo risparmiato moltissimo, ma questo fa appunto parte dell’esperienza, col cavolo che avrei prenotato a caso dall’Italia!).
Il 12 Agosto sera,io a Attilio ci sediamo in salotto e ci guardiamo intorno: casa perfettamente pulita,inventario fatto,bagagli ridotti al minimo,testamento (mio) sul tavolo, zainetto d’emergenza , e cellulare che ci ha prestato Ilaria con la scheda di Attilio che non conteneva nemmeno un numero.
Ci siamo. Ci apriamo una birretta, buttiamo giù la prima compressa di Malarone  e brindiamo all’incognita della nostra avventura col motto: o bene bene, o male male!
Se la guida, come aveva predetto sospirando Attilio, era veramente ipovedente (in conseguenza di una mia risposta un pò acidina alla signora dell’agenzia che non mi rispondeva in maniera esauriente : “se dovessi andare in campeggio all’Elba mi farei bastare le sue informazioni date col contagocce”!) eravamo nella merda più nera.
Una volta lì,vivi giorno e notte con la tua guida che si occupa di te come tu fossi un incapace, ti ordina il cestino del pranzo,ti prende il ghiaccio per la borsa frigo, guida ininterrottamente per centinaia di chilometri su strade impossibili coperte di polvere, avvista gli animali a 100 chilometri che ha già visto un miliardo di volte!
Ma se ti capita uno che non è motivato, sei fritto!
Avrete notato che a questo punto del post non siamo ancora arrivati a Fiumicino, ho la sensazione che sarà una cosa molto lunga, se intanto volete andare a prendervi un caffè e mettervi comodi…
Arriviamo in aeroporto con 3 ore d’anticipo convinti di dover aspettare l’apertura del check in, invece c’era già una fila peggio dei pellegrini che aspettano di entrare in terra santa!
Subito individuiamo i gruppi di cui abbiamo rischiato di far parte (cosa che Attilio non ha mancato di sottolineare ogni volta): gente furba che urla, salta le file e che si veste come Paris Hilton in trasferta per Dubai.
Adesso capisco e ringrazio chi mi diceva di non partire mai in gruppo: passati i 15 anni e la vacanza studio a Londra, è totalmente contro natura sperare di andare d’accordo con altre 10 persone che la pensano in maniera radicalmente opposta alla tua su ogni cosa, il cui  20% approfitta per mostrare le sue doti di  intrattenitore mancato e si contende con gli altri il titolo autoattribuito di maschio alfa alla guida del restante pecoreccio 80%.
Ma tornerò più tardi sui gruppi,mentre approfitto per ringraziare Stefania e il gruppo della Ethiopian Airline che ho scoperto essere mie lettrici dopo che ho chiesto il pasto vegetariano (”Ma Federica Bosco.. Federica Bosco?” “Sì, ma non la campionessa di danze standard e latino americane !”) e che mi hanno trattata come una regina!

Fiumicino

Fiumicino

Fra l’altro,un pasto superiore a un sacco di ristoranti vegetariani di mia conoscenza!
Il tratto Fiumicino- Addis Abeba scorre piuttosto indolore essendo fatto tutto di notte, ovviamente non chiudo occhio nonostante mascherina,tappi nelle orecchie e 3 birre, ho ascoltato Mika a loop, l’unica cosa che mi desse un pò di serenità, col risultato che mi si è impiantato il ritornello  “Baby I hate days like these!” nell’ipotalamo cosa che mi perseguita a tuttoggi.
Addis Abeba è l’Italia degli anni 50, ma con dei controlli antiterrorismo che noi ce li sogniamo: ti controllano 3 volte il passaporto, ti fanno togliere le scarpe, ti confiscano l’acqua, ti aprono il bagaglio, devi dichiare anche la micro Pasta del Capitano, insomma persone serie.
Purtroppo la coincidenza ha ritardato di 2 ore e mezzo ed è stato il colpo di grazia, e la nostra freschezza se n’è andata totalmente (o almeno per me che improvvisamente dimostravo 50 anni!).
p10707391Dopo un’ inutile sosta a Nairobi finalmente atterriamo al Kilimanjaro Airport di Arusha, p1070743final destination.
Ed eccoci sbarcare in terra d’Africa, cotti come fegatelli, in viaggio da così tante ore da dimenticarci quando eravamo partiti, da dove e perchè.
La prima cosa che ci colpisce ( e che mi avevano detto tutti) è l’aria.
C’è una brezza costante che è un mix di natura, acqua e  colore che è letteralmente dopante, e che insieme ai panorami che ti si aprono subito davanti ti fanno rapidamente capire il perchè del tanto famigerato “mal d’Africa” di cui tutti parlano.
Siamo tantissimi e tutti mediamente frastornati, anche i saccentoni dei suddetti gruppi perdono qualche colpo, nessuno ha voglia di sentirli raccontare di quella volta sul Machu Pichu e tutti ci mettiamo a compilare la rigidissima scheda di ingresso in Tanzania in cui dichiari formalmente che non sei lì a rubargli il lavoro!
“E cosa cazzo pensano che siamo venuti a fare? Okay ve lo confesso ho lavato i vetri alle jeep per una settimana arrestatemi!” sbotta  Attilio.
Superare i controlli è peggio che al JFK, sono solo 2 stanze,ma non sono lì a pettinar le bambole: prima passi da un omone con il camice bianco con scritto “Doctor” che vuole  vedere il libretto delle vaccinazioni internazionali (che mi ero scordata) poi passi all’ennesimo controllo passaporti dove consegni la dichiarazione della tua rinuncia ai lavori onesti, fornisci gli indirizzi di dove alloggerai (che in quel momento non hai a portata di mano e cominci a tirare fuori 1000 fogli inutili sotto lo sguardo scoglionato dell’agente di turno che, fondamentalmente se ne frega di dove alloggerai, purchè tu non gli rubi il lavoro e infine  ti fotografano l’iride.
Dopo quest’ ultima prova alla giochi senza frontiere e rintronati come mosche prese con la paletta entriamo nella sala del recupero bagagli dove constatiamo ,con emozione, che le nostre valige sono già lì (ricordatemi che al ritorno le abbiamo aspettate 1 ora e mazzo come tutte le volte!).
E nell’incredulità di una tale efficienza cominciamo a considerare l’idea di cercarci un lavoro lì.
Fuori dell’aeroporto un coro di “Jambo!” e “Karibu!” (”Tutto bene?” e “Benvenuti!”) che sarà il leit motiv della vacanza.
Un  marcantonio di 2 metri ci accoglie con un foglio A4 con scritto Bosco x 2.
Fingo di non leggere il disappunto sulla faccia di Attilio, ma del resto dopo aver scassato la minchia in maniera invereconda, non c’erano dubbi che avrebbero cercato di tenermi buona.
Ragà! Quando sborsi qualche migliaio d’euri alla cieca come minimo vuoi qualche garanzia…
Ci fa salire sulla Land Rover e ci dice che deve aspettare il gruppo di Avventure nel Mondo.
No! Qualunque cosa, ma loro no! Le pulisco la macchina, vuole? Poi ci ripensa e dice che tornerà più tardi!
Partiamo in direzione Arusha down town per sistemarci in albergo, il massimo della velocità sono 70 chilometri l’ora e a giudicare dal numero di gente a piedi, mucche, motociclette del dopo guerra, biciclette cariche di banane,donne con cestini sulla testa, e rallentatori uno dietro l’altro, capiamo che qui il traffico è qualcosa di veramente pericoloso, peggiorato dall’inutile guida britannica a sinistra.
E ci si apre il concetto di “Africa pole pole” : piano piano, fai con calma, che fretta c’è? Che al ristorante significa aspettare quasi 2 ore!
Passano 10 minuti e Attilio mi fa: “Ce l’hai tu lo zainetto?”
“Quale zainetto?” dico con una punta di indignazione -barra- coda di paglia mentre il mio cervello cerca febbrilmente di ricostruire l’ultima immagine in cui l’ho visto.
Lo cerca sotto i sedili, fra i bagagli, ma niente.
“Ce l’avevi tu!” sbotto incazzata, mentre mi rivedo davanti al controllo dei passaporti che tiro fuori i moduli per dargli quei cazzo di indirizzi.
Poi il buio.
“Ahem…sorry…I think we forgot something..”
“What?”
“Oh…a…bag..”
“A Bag?”
“Y..es…”
“C’era qualcosa di importante dentro?”
No,un cazzo! Solo 100 euro di Malarone che manco volevo prendere, per dirne una.
Il resto del contenuto  erano: un libro introvabile, due maglie, e il ventolin che mi ha salvato la vita, ma continuavo a minimizzare per non far sì che pensasse di aver a bordo due deficienti.
Cosa che ha certamente raccontato in Swahili un minuto dopo a tutti i suoi colleghi.
Torniamo indietro, varchiamo la porta proibita dell’uscita e a mani giunte prego un addetto di lasciarmi entrare a cercare la borsa che per fortuna era lì tranquilla come l’avevo lasciata: aperta.
Roba che a Londra ce l’avrebbero fatta brillare.
Attilio commenta: “Mario e Pippo Santonastaso in Africa”.p1080679
p1070838Riprendiamo il cammino fino alla città di Arusha che è un misto fra una baraccopoli e p1070833Mumbay,dove regna un immane casino di gente che si ammassa ovunque: venditori di banane e patate dolci,scarpe e samosa fritti, pulmini scassati stipati di persone, motociclisti incapaci, donne che sulla testa ci portano qualunque cosa, masai col cellulare, cani schiacciati di fresco, polvere, bambini che ti salutano, musulmani che pregano,donne elegantissime sul Suv e il p1070941tutto disseminato da baracche di  gestori telefonici che ti vendono schede ricaricabili  per la strada.
Da notare che non c’è un ospedale degno di questo nome, ma una specie di lazzaretto, in compenso accanto ci stanno costruendo  lo Sheraton.
Arriviamo in agenzia per pagare un giorno extra  e  il nostro corrispondente (che ricordava molto Arsenio Hall ne Il principe cerca moglie) si rivolge ad Attilio chiamandolo Mr. Bosco, la delusione gli si dipinge sul viso quando capisce che non c’è un Mr Bosco e che non solo non siamo sposati e viviamo nel peccato, ma che paghiamo ognuno per conto proprio.
Allora deve aver capito il senso  delle mail inviategli dall’Italia dall’agente di viaggio :”Occhio che questa ti rompe i coglioni!” e alla mia richiesta “posso avere la migliore guida disponibile?” ha risposto “Avrai la migliore!”
E su questa frase abbiamo pagato sull’unghia l’entrata al nostro primo parco per l’indomani e la notte all’Arusha Turist inn per 30 $ con 3 pasti compresi.
E in virtù del nostro concubinaggio ci hanno sempre dato camere con letti separati.
Scendiamo e vediamo ili nostro autista smadonnare perchè gli si era bucata la gomma del Land Rover.
Io e Atti ci guardiamo smarriti: prima lo zainetto, ora la gomma, questo come minimo pensa che gli portiamo sculo!!
Davanti a lui un gruppetto di operai fancazzisti lo guardavano sollevare il gippone di 6 tonnellate con un crick preistorico senza che nessuno si degnasse di aiutarlo, inutile dire che il nostro aiuto è stato rifiutato all’istante!
Cambiata la ruota siamo finalmente arrivati all’Arusha Tourist Inn dove il nostro impatto è stato bello tosto, fra la stanchezza, il freddo, e il cesso che non funzionava, ero lì lì per scoraggiarmi, ma in questi casi, non c’è niente di meglio di una birretta per rimetterti a posto da sorseggiare rimirando la vista incantevole p1070747del nostro albergo…
Beh per 30 $ è anche troppo avere la finestra!
Anzi ci siamo così affezionati che l’abbiamo chiesto anche per l’ultima notte
e loro ci hanno dato  la stessa camera sempre con il cesso rotto!
Dopo aver dormito come sassi imbevuti di fottuto Autan che se non ti fa pungere ti provoca altre 3000 beghe fra cui minimo minimo un cancro alla pelle, ci siamo addormentati al suono dei tamburi provenienti da chissà dove, avvolti sotto la zanzariera pregustando  il nostro primo assaggio di Safari all’Arusha Park….

Continua…

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Federica Blog

  1. Elisa
    24 agosto 2010 a 17:04 | #1

    Nuuuuuuuuuuuuooooooooooooooo

    e il resto?!
    Ero così presa dal racconto che son rimasta di sasso quando
    son andata giù con il mouse e c’era scritto “continua”….
    Meraviglioso.. non vedo l’ora di leggere il seguito.. quasi “quasi” come x i tuoi libri!!!

    ah.. una mia amica si è intossicata con l’autan…. è meglio se vedi tanto e mangi leggero per depurarti…………..

    Un bacione … in attesa :-)

  2. Annalisa
    24 agosto 2010 a 17:18 | #2

    …l’inizio è decisamente promettente! aspettiamo il seguito

    da Oscar il commento di Attilio “Mario e Pippo Santonastaso in Africa”.
    :-)

  3. Regina
    24 agosto 2010 a 18:16 | #3

    promette molto bene! Che ridere e che bello, è solo l’inizio e sono già rimasta sbalordita! a presto per il proseguo… Baci.

  4. paolaCH
    24 agosto 2010 a 18:47 | #4

    …bellloooooo! non sapevo fossi anche campionessa di ballo :-)

    mi consolo, io ad abu simbel, tutta concentrata a non dimenticare gli occhiali da sole ho dimenticato il marsupio con TUTTO dentro…e meno male che un onesto impiegato mi ha rincorso x ridarmelo, xchè figuriamoci se me n’ero accorta. ho tremato x due giorni al solo pensiero…

  5. 24 agosto 2010 a 22:04 | #5

    Complimenti … se il buon giorno si vede dal mattino. Quoto Annalisa: trovo la battuta di Attilio la migliore dell’Estate 2010 per adesso. (Mario e Pippo Santonastaso in Africa!)

    PS. Il prof. Veronesi dice che non è semplicissimo prendere il cancro con creme o altre cose del genere. Più probabile un’intossicazione … quindi occhio all’Autan. Ma le zanzare laggiù devono girare in motorino tanto son grosse immagino!! :-)

  6. Bosco
    25 agosto 2010 a 9:03 | #6

    @Elisa ancora una settimana di Malarone, il fegato lo dono alla scienza…
    @Paoletta agli occhiali persi e schiacciati ci arriviamo dopo..Mario e Pippo non si smentiscono mai….
    @Pianoman manco una in monopattino ne ho vista!!

  7. Cate
    25 agosto 2010 a 9:40 | #7

    Bentornata Fede!!!!

    Sono tornata anch’io da una decina di giorni e non riesco ad ingranare, rimpiango le vacanze, ormai quasi dimenticate. E’ proprio vero che servirebbe un periodo post vacanza per riprendersi dalla vacanza stessa!!!!
    Immagino tu cosa dovrai provare, ora che dovrai fare i conti con il Mal d’Africa.. ho letto con un sorrisone il tuo racconto, che fin qui ho trovato degno della sceneggitura per un’ottima commedia (come al solito per le tue avventure), ma scommetto che quando comincerai a raccontare dei safari, morirò d’invidia!!!!!
    E prenderò appunti, perchè un viaggio così è il mio sogno!!!

    Un abbraccione a te, Atti e a tutto il blog (new entries comprese)!!

  8. Fefè
    25 agosto 2010 a 11:07 | #8

    A piccole dosi, please, perchè questo racconto darà dipendenza, ne sono certa!!!! MA BENTORNATA!!!! :-D
    Baci baci

  9. 25 agosto 2010 a 11:21 | #9

    Eccoti… bentornata anche da me!!! Ci sei mancata.
    Sono curiosissima sul tuo viaggio super avventuroso.
    Scrivi presto eh..
    Un abbraccio
    PrinS

  10. Bruny
    25 agosto 2010 a 14:00 | #10

    Dai dai Fede! E il resto? non puoi lasciarci sulle spine!

  11. Martyna
    25 agosto 2010 a 14:10 | #11

    Elisa anche io sono rimasta di sasso! la curiosità è tanta!!
    Ben arrivato Pianoman!

  12. mariaserena
    9 settembre 2010 a 19:23 | #12

    Ciao…. sto veramente soffrendo mentre leggo del tuo splendito viaggio, e non perchè vorrei farlo ma perchè vorrei Rifarlo!!! infatti sono stata in Tanzania un anno fa in occasione del mio viaggio di nozze. certo nel mio caso l’organizzazione è stata eccezionale e forse un po’ costosa ma ne è valsa la pena: il posto è meraviglioso (io avevo e ho il “mal d’Africa” ancor prima di andarci), la nostra guida Alle, è stato straordinario, simpatico, competente ed assolutamete un grande uomo. i lodge bellissimi e pieni di confort. insomma un viaggio che vorrei rifare ma che non sarà possibile almeno per i prossimi 30 anni visto che neanche un anno dopo dalle nozze io e mio marito ci siamo riprodotti in maniera esponenziale visto che abbiamo due gemellini di 5 settimane che ci stanno riempiendo la vita e lentamente uccidendo per mancanza di sonno! un viaggio che ti entra nel cuore per le persone che incontri e per i panorami mozzafiato…. ah come t’invidio… baci

  13. 12 marzo 2011 a 1:11 | #13

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