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Prima che la Simona Fruzzetti mi faccia il solito cazziatone (Dè! ma intendi scrive qualcosa o mi devo rilegge quelli vecchi?) vi aggiorno innanzitutto sul mio stato di salute.
Tutto è cominciato quando ho pronunciato l’unica frase che mi porta uno sculo disumano: “io non mi ammalo mai.”
BUUUUUUUM!
Finita.
2 giovedì fa, spalmata sul divano, comincio a sentire la sabbiolina in gola che, per noi asmatici è sinonimo di soffocamento immediato e morte.
Siccome Sabato 13 Dicembre dovevo fare una cosa a cui tenevo troppo, ho cominciato a bombardarmi di cortisone contro ogni mia credenza e dottrina, pur di non ammalarmi come un cane, dato che erano 2 mesi che lavoravo su quel progetto.
La mia amica d’infanzia,Mabel, che lavora come psicoterapeuta presso un istituto per anziani non autosufficienti, mi aveva chiesto se mi sarebbe piaciuto aiutarla in un progetto a cui lei lavorava da circa un anno con gli ospiti della casa di riposo.
Mabel all’interno dell’istituto,si occupa di terapie non farmacologiche questo significa, il tentare di tenere accesa una flebile fiammella nell’inarrestabile imperversare dell’Alzheimer e della demenza senile, con delicatezza, pazienza, amore e coraggio.
Durante tutto l’anno hanno raccolto i loro ricordi di guerra,unici ricordi vividi a cui si aggrappano con disperazione, ricordi shoccanti che hanno segnato le loro vite di bambini, adolescenti e giovani e che sono rimasti dolorosamente intatti.
La guerra nel Mugello, dove la vita scorreva tranquilla generazione dopo generazione, un giorno è esplosa in tutto il suo orrore e niente è stato più come prima.
Mia nonna che è mancata un paio di anni fa, non ripeteva altro: maledetti ameriani e 31 d’agosto.
Il 31 d’Agosto del 43 bombardarono Pisa e mia nonna perse tutta la sua famiglia.
Ve lo immaginate avere poco più di 20 anni essere tranquilla e spensierata e un giorno tornare a casa e non trovare più né casa, né mamma, né babbo, né fratelli, né amici?
Da diventare pazzi vero?
Bè, durante tutta la vita mia nonna ci ha ricordato queste cose e, come spesso succede, a noi nipoti non ce ne poteva fregare di meno; che palle nonna sempre con questa storia.
Non ho mai veramente empatizzato con una cosa così lontana, così antica e così distante e poi, che palle nonna, sono passati 60 anni.
Non mi sono mai pentita così tanto di una cosa in vita mia, e se lei mi sente adesso certamente lo sa.
Ho dovuto leggere esperienze di altre vittime per capire cosa voleva dire quello che avevano passato i miei nonni, ho partecipato a un lutto così lontano e così presente che mi ha lacerata dal dolore, ho capito e abbracciato un mondo che sparirà presto, che se ne andrà con loro, con Luciana, Rita, Renata, Luciano e Francesco, i miei “ragazzi” come li ho chiamati, 5 persone straordinarie che hanno accettato di raccontare la loro vita e di farmene dono, in modo che potessi leggerla per la festa di Natale con i loro parenti.
Capite perché non mi potevo ammalare?
Leggevo queste storie, le loro storie, con un filmato alle mie spalle: il duce, le foto di Firenze bombardata e la musica di Schubert e di Schindler’s list.
E non potete capire quanto ci siamo emozionati, quanto abbiamo pianto, e quanto è stata una giornata indimenticabile.
Mi hanno regalato una targa, l’unica che meriti un posto d’onore, me l’hanno fatta fare i “ragazzi” (che al mese ricevono 10 euro perché il resto della pensione va all’istituto) e uno di loro, Luciano, dato che nella sua storia parlava dei suoi 2 fratelli, ha insistito per mettere una quota anche per loro, che non ci sono più.
La targa è in bella mostra qui a casa e potete vederla nella foto
e questi sono i fiori che mi hanno regalato, la rosa rossa rappresenta Gaetano,un ospite che non c’è più, di cui ho letto la storia, ma che non ho potuto conoscere, ma che sicuramente era lì.
Ecco ci tenevo a dirvelo, ci tenevo a raccontarvi questa storia, che mi ha fatto tanto bene al cuore e che mi ha resa più sensibile, e grazie a Dio ci sono posti come questo in cui gli anziani sono trattati con amore, cura, e garbo. ( mi sono già prenotata….)
Vorrei essere stata più vicina a mia nonna, vorrei aver tentato di capirla di più, non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo, non ci rendiamo conto del tempo che sprechiamo.
Questo Natale pensiamoci, pensiamo a chi potremmo non rivedere più, a provare a fare la differenza per una volta.
Vi voglio bene, avrei voluto regalarvi il blog nuovo, ma ci stiamo ancora lavorando, per ora provate a scrivere con la punteggiatura tipo:
“Ciao mi chiamo Serena (punto esclamativo) come state (punto interrogativo) e (accento) la prima volta che scrivo su questo fantastico blog (punto esclamativo) ….ecc….”
Vi auguro uno splendido Natale, lo passerò a Firenze domani sera e a Roma il 25, (sto cucinando il pranzone vegan di cui non mancherò di informarvi!) saremo anche quest anno gli unici 2 beduini che aspettano il 33 a Bagno a Ripoli all’alba e che riescono comunque a perdere l’autobus….
Vostra Christmas Bosco