Last weekend i gave you my heart....
14-12-2008, 6:56 pm

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Per quelli che hanno visto il meteo e si preoccupano per me vi tranquillizzo: abito al settimo piano…e chi m’ammazza?

Posso sempre mettere un trampolino sul terrazzo e tuffarmi quando devo uscire.

Scherzi a parte non s’è mai visto un tempo di merda simile e io anziché dormire tranquilla, penso costantemente al tetto di Bagno a Ripoli e non chiudo occhio( ma si può???)

Allora,eravamo rimasti a venerdì scorso dopo la presentazione a Firenze, la mattina, ho afferrato le 2 valige ancora più piene e me ne sono tornata a Roma.

Il pomeriggio avevo la presentazione alla fiera al Palazzo dei congressi in concomitanza con LA PARTITA DELLA ROMA!!!

Non so come Attilio sia venuto con me, credo che avesse un auricolare nascosto.

Il mio editore (che alcune di voi amano e a ragione perché era veramente in super forma) mi ha dato la classica strizzatina alla spalla e mi ha detto: “Io alle 5 meno un quarto me ne vado, gioca la Roma”

La mia presentazione era ovviamente alle 5.

 Dopo aver fatto 4 giri attorno al palazzo dei Congressi,abbiamo avvistato un posto, ma ahimè c’è stato ranzato dall’autista di Bonolis…

“Eddai lo devo aspettà lui c’ha da fà e poi c’ha la pupa”

E vabbè…

Enrico Vanzina presentava il mio libro e mi ha fatto una delle più belle presentazioni della mia vita, non esagero, intanto perché ha detto qualcosa tipo: In questo momento mi sto perdendo Sharon Stone che mi aspetta sul letto con le ostriche (riferendosi alla Roma) perciò se non è affetto questo! E poi perché è stato talmente delicato, carino, lusinghiero e incredibilmente pieno di tenerezza nei miei confronti che più di una volta mi sono emozionata.

E’ stato davvero un onore grande per me e avrei tanto voluto filmarla.

Ringrazio la fedelissima Lella, Serena e le new entries che ho conosciuto lì.

L’indomani partenza per Varese, mi si era detto che la presentazione era nell’ambito di Eurochocolate e che sarebbe stato carino andarci, salvo poi rendermi conto che Eurochocolate erano 4 tende in croce in una piazza e che il bar dove facevo la presentazione era ben oltre detta piazza, in una stradina in salita dove ci arrivava solo chi era stato alle presentazioni precedenti che erano tutte inerenti al cioccolato!

Sì avete capito: trova l’errore.

Il bar apriva alle 5 e la presentazione era alle 5, quindi tutti quelli che arrivavano prima tiravano dritto o, congelati, se ne andavano. per non ripassare mai più.

La relatrice non ha fatto mistero di ignorare la mia esistenza, di diffidare da questo tipo di letteratura “se così si può chiamare perché secondo me la Kinsella scrive male”, che contava di leggere il mio libro un po’ all’inizio,un po’ alla fine e di arrangiarsi per il contenuto, ma che una volta cominciato poi le era piaciuto, ma che non aveva avuto tempo di andare oltre pagina 45 e che comunque scrivo meglio nei libri che sul blog, visto che per la cronaca lei ne ha 3 e sa che ogni 3 righe bisogna mettere una battuta.

Le premesse per una testata c’erano tutte.

Anch’io ignoravo totalmente l’esistenza della relatrice, ma nel rispetto delle persone (che pur ignorando anch’esse la mia esistenza,spinte dalla  curiosità di ciò che avrei potuto insegnare loro circa la cioccolata) avevano sfidato i -4 per arrivare fin lì,non ho preso il cappotto per andarmene, come credo sarebbe stato giusto fare.

Ormai non conto più le situazioni imbarazzanti in cui mi sono trovata, motivo per cui di presentazioni ne faccio sempre meno, preferisco davvero andare a mangiare il pizzino con gente effettivamente interessata a ciò che ho da dire che dover giustificare ciò che scrivo e le copie che vendo, come se fosse colpa mia!

Considerate che solo in Italia c’è un atteggiamento così gretto e snob nei confronti della Chick lit che in tutti i paesi anglosassoni spopola da sempre ed è una letteratura rispettata da tutti e  nessuno deve scusarsi se vende milioni di copie come la Kinsella, la Fielding, la Weisberger, la Gilman, ecc…

In Italia non c’è nessuna scrittrice di chick lit che è minimamente presa in considerazione nessuna!

Emigrerò.

Comunque,  se vi trovate a passare da Varese consiglio l’hotel ristorante “Bologna” dove si mangia cucina emiliana con la pala tipo e tutta roba leggera tipo luganega,strutto e cipolle sott’olio, coccoli e prosciutto, sottaceti a go go, 780 primi recitati dal gestore tipo litania: “Allora abbiamo risotto: risotto agli asparagi, ai 4 formaggi, al cinghiale, ai porcini, al cinghiale e porcini, alla salciccia, ai porri, cosciotto di maiale arrosto, alla brace, in umido, alle patate. Gnocchi: gnocchi al gorgonzola, allo zafferano, al tartufo, ai funghi, agli asparagi. Ravioli: ravioli al pomodoro, al ragù….ecc…”

Di vegano? patate arrosto e verdure.

Che è un po’ quello che mi tocca sempre, ma a me basta la compagnia.

Il ritorno in treno è stato memorabile: nel nostro vagone a Milano è salito un tizio (tipo rapper incazzato alla Fabbri Fibbra con pantalone bracalone e mutanda a vista) che accompagnava la mamma che tornava al paesello munita di 38 sacchetti, 15 valige e micro cane al seguito.

Questo signore, sicuramente affetto da turbe del controllo della rabbia, misto a la Tourette, continuava a chiedere a sua madre intercalando con una bestemmia e un cazzo se lei avesse “pisciato”. Ora, la signora ormai seduta o meglio incastrata fra le sue cose non aveva più intenzione di muoversi fino a Bari, ma lui cocciuto continuava a cincischiare finché….

Il treno parte, sì, il treno, senza il classico annuncio parte, con lui sopra.

Le bestemmie che ha tirato non le posso scrivere, ma vi garantisco che io e Attilio ci siamo quasi nascosti sotto i sedili per paura di ritorsioni del tizio che nel frattempo aveva già dato un paio di calci alla valigia della madre.

Fabbri, (che poi abbiamo supposto essere uno strapagato programmatore della Apple che ha solo qualche piccolo problema comportamentale) ha continuato a stramaledire il mondo interno mentre la madre (con l’accento di lino Banfi) ripeteva  a loop irritandolo sempre di più “Me perché nen hann fett’ l’annunc’ come fenn’ sempre? Tu sei rimeste sopr, i’ t l’avev dett che devev scender, hai pers’ temp, dovev’ scendere!”

E lui che chiamava la sorella al cellulare e la insultava come fosse stata colpa sua!

Ho capito a chi si era ispirato il regista del famoso film “Getta la mamma dal treno!”

Abbiamo temuto il peggio quando abbiamo visto arrivare il controllore da lui soprannominato “lo sbirro del cazzo”, eravamo prontissimi a testimoniare in suo favore e a pagargli anche il biglietto.

Lo s.d.c invece ha capito il tipo all’istante e lo ha ammansito come un agnellino facendosi pure dare 8 euro per Telethon!

Un genio del marketing.

Torno ora da Firenze aihmè malata come un cane, ma felice per una cosa bellissima che ho fatto ieri di cui vi parlerò nei prossimi giorni, ora scusatemi, ma vado a prendere una penna Bic e mi ci faccio una tracheotomia come ho visto fare in Grey’s Anatomy.

Vostra breathless Bosco

 

 

Auguroni a Ilaria gnè gnè gnè

 



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