La casa dalle finestre che ridono (di noi)
21-01-2008, 6:33 pm

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Venerdì sera abbiamo dormito a Palestrina.

Il mio fidanzato ha questa tenera convinzione che le cose rotte si aggiustino da sole per una sorta di “guarigione spontanea”.

Due settimane fa si era rotto il riscaldamento e, poiché non era stato riparato, non poteva funzionare, ma lui continuava a ripetermi un rassicurante quanto ingenuo: “non ti preoccupare”.

Lo amo anche per questo.

Ora, voi sapete che noi donne siamo nate per preoccuparci e, detto fra noi, meno male che qualcuno si preoccupa, perché io sapevo benissimo che il riscaldamento non avrebbe funzionato, però ho pensato che con un paio di maglioni pesanti, dei calzini e l’ammore ce l’avrei potuta fare.

Sì, proprio io che ho il sangue più freddo di un varano (altresì detto Drago di Komodo).

Così venerdì sera siamo partiti per Palestrina,tutti felici,pregustando la cena al ristorante dove ci dicono sempre “il vostro tavolo è pronto”, già dalla seconda volta che siamo andati!

Purtroppo il “Club amici della gotta” si riuniva proprio venerdì sera a casa Phibbi per rendere omaggio ad un prode facocero caduto sul campo, perciò anche a distanza, non potevamo essere da meno.

Abbiamo lasciato le valige a casa, costatato che il riscaldamento era ancora rotto (“non capisco, ma come mai???”)

“Eh amore mio…dev’essere la casa che ogni volta si diverte a trovare qualcosa per metterci in difficoltà, che tu sappia è stata costruita su un cimitero indiano?”

Incuranti dell’escursione termica fra i 2 gradi di fuori e i -20 dentro casa e confidando nel potere termico del Gewurtztraminer siamo andati al ristorante dove,purtroppo, ci hanno informati che il “nostro tavolo” era occupato.

Fingendo sdegno,abbiamo immediatamente avvistato un tavolo  accanto al quale volevamo assolutamente sederci: una baraccona che sembrava un incrocio fra Britney Spears e la Bertè,  e lui un incrocio fra due a caso di una qualunque stagione del grande fratello (camicia nera e cravatta dorata).

Dopo una cena meravigliosa siamo tornati a casa dove, entrando, ho subito perso ogni tipo di entusiasmo alla vita, sentendomi investita da un’ondata umida e gelata contro cui si sono infrante le parole “il nostro amore ci scalderà”.

Vestita da capo a piedi,seduta sul divano nella stanza più “”””calda”””” della casa,ho smesso di parlare per cercare di trattenere calore e col fischietto cercavo di attirare l’attenzione delle lance di salvataggio mandate dal governo britannico.

Ovviamente non ero più in grado di mantenere nessun tipo di promessa fatta mezz’ora prima in pieno delirio alcolico del tipo: “Amò stasera te faccio vedè i sorci verdi!”

Dopo sei minuti, mentre Attilio cercava di accendere il camino, sono andata a mettermi tutti i golf che avevo sopra il pigiama e 2 paia calzini e mi sono rannicchiata così tanto da avere le orecchie attaccate ai ginocchi (non vi voglio dire la sciatica che avevo la mattina) in modo da lasciare fuori solo i capelli che si sono ricoperti di brina .

Ero così sconvolta che ho sognato Gerry Scotti che buttava gatti giù da un traghetto.

L’indomani siamo corsi fuori a scaldarci e siamo rientrati solo al tramonto anche se comunque continuava a fare più caldo fuori che dentro!

Siamo rimasti davanti al camino a guardare Verissimo pur di non muoverci di un millimetro, mentre Lella mi chiamava ogni 8 minuti per informarmi sul cambio del ristorante e sui nuovi indirizzi che cercavamo di memorizzare.

A un certo punto stavamo per ordinare un pizza e darci malati….

Appuntamento alle 21.00 da “Retrò” su Viale Marconi.

Siamo partiti alle 20.00, ahimé dimentichi dell’altra maledizione che incombe su di noi da che usciamo insieme a Roma: la maledizione del parcheggio.

Non troviamo mai posto girando meno di un’ora e mezzo e,naturalmente, anche questa volta è andata così.

Siamo entrati al ristorante alle 21.45.

Lella e Marika in gran forma si rifacevano gli occhi con i camerieri :i Centocelle Nightmare.

Manuelonarcuri ha chiamato almeno 20 volte per par condicio sia Valerio che Vincenzo, anche se ogni volta che squillava il telefono Valerio rispondeva “Ciao Manu” e poi a voce bassa “sì mamma,è per darmi un tono con i miei amici, ti prego reggimi la parte!”

I dolci, a quanto ho visto, erano da urlo, io li ho solo immaginati: ho preso l’ananas.

Tornata a Firenze e varcata la soglia, (dopo che mi ero sorbita una vecchia in autobus che ha raccontato per 45 minuti ininterrotti dell\\\'appartamento che aveva appena visto in Via di Ripoli -ore 21.00 domenica sera n.d.r.) mi accorgo che quei 2 stronzi dei miei gatti erano riusciti a penetrare il baldacchino e fare un festino sul mio letto che era così pieno di peli,che avrei fatto prima a cospargermi di melassa e rotolarimci sopra che usare le dannate spazzoline appiccicose.

Incazzata come una scimmia,che avrei usato Gurb come scopino del cesso, ho febbrilmente (adooooro) cercato una soluzione degna di Mac Gyver e guardandomi intorno ho scoperto 2 anni dopo,a cosa poteva servirmi il cartonato un metro per 70 della copertina di "Cercasi Amore".

Aveva ragione la mì nonna a dire : non si butta mai via nulla!

Stasera ricomincia il Grande Fratello, grande fermento per la presenza di un trans.

Domanda: Ma non ce n’erano anche negli anni passati?

Boh! Mi pareva

 

Vostra Big Bros Bosco

 



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